In questo articolo analizzeremo in dettaglio Fanta, un argomento che ha acquisito rilevanza negli ultimi tempi. È importante comprendere l'importanza di Fanta in vari ambiti della vita quotidiana, poiché la sua influenza è notevole in aspetti come la salute, l'economia, la politica, la tecnologia e la cultura. In questo senso esploreremo le diverse sfaccettature di Fanta, nonché le sue implicazioni nel mondo di oggi. Dalla sua origine fino ai suoi possibili sviluppi futuri, ci addentreremo in un'analisi esaustiva che ci permetterà di comprendere meglio il ruolo che Fanta gioca nel mondo contemporaneo.
Fanta | |
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Categoria | Bibite |
Tipo | Aranciata |
Marca | The Coca-Cola Company |
Anno di creazione | 1940 |
Nazione | ![]() ![]() |
Slogan | siate Fanta-siosi |
Ingredienti | Acqua, Zucchero, Succo d'arancia (concentrazione 5%, in Italia 12%), Aromi, Acido citrico (E 330), Acido ascorbico (E 300) |
Valori nutrizionali medi in 100 g | |
Valore energetico | 51 cal/212 kJ |
Proteine | < 1 g |
Carboidrati | 12,3 g |
di cui zuccheri | 12,2 g |
Grassi | < 1 g |
di cui saturi | 0 g |
fanta.com | |
La Fanta è una bibita analcolica ed effervescente al gusto di arancia, prodotta dalla The Coca-Cola Company. La Fanta all'arancia, meglio nota come "aranciata Fanta", è la versione più popolare, ma ci sono anche diversi altri gusti di agrumi e frutta, come limone, mela, fragola, ananas, uva e fiori di sambuco.
La bevanda venne ideata in Germania da Max Keith (principale imbottigliatore di Coca-Cola nel Paese) nel 1940 quando, a causa della Seconda guerra mondiale, divenne impossibile accedere allo sciroppo della Coca-Cola. Data la penuria di ingredienti esteri, la Fanta era ottenuta da sottoprodotti della produzione del formaggio (siero di latte) e dalla fibra di mela da sidro.[1] Il nome deriva dal termine tedesco per "immaginazione", Fantasie o Phantasie.[1]
Dopo il 1949, la produzione della bevanda originale cessò.
Nel 1955, a Napoli, nello stabilimento della SNIBEG (Società Napoletana Imbottigliamento Bevande Gassate), grazie all'intervento di Ermelino Matarazzo Di Licosa[2], fu prodotta per la prima volta la Fanta nella sua formulazione con arance, dando vita al prodotto attuale.[3]
La Coca-Cola nel 1960 ne acquistò il marchio, distribuendola in tutto il mondo.
L'aranciata Fanta è disponibile in oltre 180 paesi. L'aranciata Fanta è più popolare in Europa e in Sudamerica che negli Stati Uniti d'America, e i prodotti sono formulati diversamente, con la versione europea che contiene vero succo d'arancia di agrumi locali (principalmente a causa delle più rigide legislazioni riguardanti la denominazione “aranciata”, che richiede almeno il 20% di succo vero, e delle leggi sugli aromi naturali). In alcune nazioni esiste anche una versione dietetica della Fanta all'arancia.
In termini di volume, il Brasile è il più grande consumatore di Fanta del mondo.
L'aranciata Fanta viene commercializzata nel mondo in oltre 100 gusti; comunque, molti di questi sono disponibili solo localmente in alcune nazioni. Eccone alcuni esempi:
Nel 2004 la Coca-Cola Company ha ri-etichettato i prodotti in precedenza noti come Minute Maid negli Stati Uniti d'America ed ha iniziato una campagna pubblicitaria aggressiva per espandere il mercato statunitense dell'aranciata Fanta, in particolare tra i giovani consumatori.[senza fonte]
A febbraio 2012[4] un'inchiesta condotta da The Ecologist e poi ripresa da The Independent[5][6] e dal Corriere della Sera[4] accusò la Coca-Cola Company di usare, per produrre la Fanta, arance dalla zona di Rosarno,[5][6] dove lavorano, per miseri salari[5] generalmente di € 25 al giorno,[4][7] migranti in condizioni di schiavitù.[5][6] La multinazionale ha reagito interrompendo i contratti precedentemente stipulati con le aziende calabresi che producono arance[6] e bloccando gli ordini[5]; questo però rappresentava un danno per gli agricoltori della zona.[5] Allora la Coca-Cola Company ha annunciato che le arance di Rosarno non sarebbero sparite del tutto;[5] ciò fu confermato da Mario Catania, che affermò, fra le varie cose: «La multinazionale non lascia Rosarno e i produttori della Piana di Gioia Tauro».[5] Salvatore Gabola, il direttore generale degli affari pubblici per l'Europa della Coca-Cola Company ha detto: «Le notizie erano erronee e riguardavano solo un fornitore»;[5] tuttavia in un articolo di aprile 2012 erano riportate le parole di Pietro Molinaro, secondo cui «la Coca-Cola Company continua ad essere assente e a non dare alcun cenno positivo sulla catena di sfruttamento».[8]
Un articolo del Corriere della Sera di giugno 2016, annovera la Coca-Cola nei primissimi posti fra i distributori di arance e derivati a marchio più trasparente.[9]