In questo articolo esploreremo in modo approfondito il tema Eliminativismo, esaminandone il significato, l'impatto e la rilevanza nella società odierna. Dalle sue origini fino alla sua evoluzione attuale, ci immergeremo in un'analisi dettagliata che ci permetterà di comprendere l'importanza di Eliminativismo in diversi ambiti della vita quotidiana. Attraverso diverse prospettive e approcci, ne affronteremo le implicazioni sia a livello individuale che collettivo, evidenziandone l’influenza in vari settori. Allo stesso modo, esamineremo il ruolo che Eliminativismo svolge nel contesto attuale, fornendo una visione globale che consentirà al lettore di comprenderne l’importanza e l’impatto nel mondo contemporaneo.
L'eliminativismo rispetto a qualsiasi scienza sostiene che gli enti, le metodologie o i concetti di tale scienza debbano essere eliminati completamente su tutti i livelli (ontologico, epistemologico e concettuale), e di fatto accettati e studiati solo da una scienza "più fondamentale", eliminando però ogni previa ipotesi.
Si potrebbe considerare una forma estrema di riduzionismo.
In particolare, l'eliminativismo nella filosofia della mente sostiene che:
Un eliminativista ante-litteram potrebbe essere considerato il filosofo e medico illuminista materialista Julien Offray de La Mettrie, autore di L'uomo macchina.[1] L'eliminativismo propone di eliminare il concetto tradizionale di mente, considerandola semplicemente un oggetto della fisica. Le leggi che descrivono il funzionamento della mente non hanno alcuna caratteristica particolare che le rendano differenti da altre leggi fisiche, quindi la mente deve essere studiata come qualsiasi altro oggetto fisico. Assumendo che la mente si manifesti soprattutto in due aspetti, il comportamento ed il cervello, l'eliminativismo identifica la mente con questi aspetti negando completamente un'eventuale realtà o causalità oltre o dietro questi fenomeni. Con ciò di fatto si elimina ogni aspetto metafisico della mente.
L'eliminativismo tenta in questo modo di superare il problema mente-corpo, considerando la mente come un concetto errato, concentrandosi solo sullo studio del cervello e negando qualsiasi forma di dualismo.
Importanti esponenti sono Paul Churchland e Patricia Churchland.
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