Oggi Corte costituzionale è un argomento che suscita l'interesse di un gran numero di persone. Nel corso degli anni è stato oggetto di dibattiti, studi e ricerche, suscitando opinioni e teorie diverse. Che Corte costituzionale sia una persona, un argomento, una data o qualsiasi altro elemento, la sua rilevanza nella società odierna è innegabile. È quindi fondamentale approfondire i suoi diversi aspetti per comprenderne l’importanza e le ricadute in diversi ambiti. In questo articolo esploreremo a fondo Corte costituzionale e analizzeremo il suo impatto sul nostro mondo oggi.
Una corte costituzionale (o anche tribunale costituzionale e consiglio costituzionale) è un organo costituzionale cui è attribuito, tra gli altri, il compito di verificare la conformità di una legge ordinaria alla costituzione.
Nell'età moderna la costituzione napoletana del 1799, redatta dal giurista Mario Pagano, fu la prima a prevedere un controllo di costituzionalità delle leggi, posto in capo agli Efori[1]. Un esempio interessante del riconoscimento dell'esigenza di giustizia costituzionale è offerto dalla Corte suprema degli Stati Uniti, che (pur non avendo tra i propri compiti il controllo della legittimità costituzionale) nella sentenza del giudice Marshall del 1803 Marbury contro Madison[2] affermava che:
«il popolo ha il diritto originario di stabilire, per il suo futuro governo, quelle regole che ritiene adeguate al conseguimento della felicità i poteri delle camere legislative sono definiti e limitati; la Costituzione è stata posta per iscritto per evitare che questi poteri siano mal compresi o dimenticati. O la Costituzione è una legge superiore, non modificabile con mezzi ordinari, oppure è posta sullo stesso livello degli atti legislativi ordinari e, come tale, sempre modificabile dal potere legislativo. Se la prima parte di questa proposizione alternativa è vera, un atto legislativo contrario alla Costituzione non è legge; se la seconda parte è vera, allora le Costituzioni scritte sono un tentativo assurdo, da parte del popolo, di limitare un potere per sua stessa natura illimitabile»
Numerose costituzioni del secondo dopoguerra attribuiscono alla competenza di corti costituzionali anche la risoluzione dei conflitti tra gli organi e i poteri dello Stato.
Le corti costituzionali o, in generale, gli organi che esercitano la giustizia costituzionale, svolgono la funzione fondamentale di garantire l'applicazione dei principi e articoli della costituzione all'interno di un dato ordinamento giuridico.
Alle corti costituzionali sono affidate funzioni di controllo della conformità formale e sostanziale alle disposizioni della costituzione degli atti degli organi di indirizzo politico (principalmente: parlamento e governo).
Le corti costituzionali di alcuni ordinamenti europei conoscono anche "strumenti di risoluzione delle «controversie costituzionali»[3] assimilabili ai nostri conflitti di attribuzione. In particolar modo, paiono significative le esperienze «costituzionali» degli ordinamenti tedesco e spagnolo. La giurisprudenza del Bundesverfassungsgericht, «in un sistema di giustizia costituzionale che si direbbe non completamente incentrato nel sindacato incidentale»[4], ha più volte statuito che anche la legge ed altri atti normativi (specialmente i regolamenti parlamentari) possono dare origine ad una controversia tra organi costituzionali[5], ritenendo di non poter richiamarsi all'esperibilità di altre vie processuali per giungere allo stesso risultato. Ciò che la Corte costituzionale italiana ha, viceversa, fatto per anni. In Spagna, addirittura, l'unico conflitto verificatosi, intervenuto tra potere giudiziario e legislativo, aveva tratto origine dall'approvazione di una legge, la Legge organica sul potere giudiziario[6]."[7].
Le decisioni di questo tipo di organi sono usualmente finali e, quindi, inappellabili. Helmut Ridder, costituzionalista tedesco, rese tale principio richiamando il brocardo latino Roma locuta, causa finita[traduzione? Che significa?], «per descrivere l'efficacia delle sentenze del Bundesverfassungsgericht e corrisponde, d'altra parte, all'articolo 137, comma 3 della Costituzione della Repubblica italiana, secondo cui “contro le decisioni della Corte costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione”, previsione da tutti rispettata»[8].
Negli Stati Uniti d'America le funzioni della Corte costituzionale sono attribuite alla Corte suprema, che svolge anche le funzioni della Corte suprema di cassazione italiana.
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