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Cohors peditata | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 27 a.C. - Diocleziano |
Nazione | Repubblica romana e Impero romano |
Servizio | Esercito romano |
Tipo | fanteria |
Ruolo | Combattimento |
Dimensione | Coorte |
Patrono | Marte dio della guerra |
Colori | Blu |
Battaglie/guerre | Guerre romano-germaniche Guerre romano-persiane Guerre civili romane |
Parte di | |
Truppe ausiliarie dell'esercito romano | |
Comandanti | |
Comandante attuale | Praefectus cohortis peditatae tribunus militum |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
La coorte peditata (latino: cohors peditata; plurale: cohortes peditatae) fu un corpo di unità ausiliarie dell'esercito romano, composta da soli fanti, a differenza di quella equitata. Poteva essere composta da 500 armati (quingenaria) o 1.000 circa (milliaria).
Augusto, dopo la battaglia di Azio del 31 a.C., si vide costretto a decidere non soltanto quante legioni dovessero essere trattenute in servizio, ma anche quante truppe di auxilia fosse necessario inquadrare permanentemente nell'esercito. I loro reparti erano sottoposti al legato della legione pur rimanendo nettamente distinti da questa.
Gli auxilia costituivano la seconda componente fondamentale dell'esercito. In base al grado di specializzazione delle forze legionarie ed ai loro limiti tattici, è chiaro che gli auxilia non erano solo delle forze aggiuntive, ma complementari rispetto alle legioni (cavalleria "leggera" o "pesante", arcieri "a piedi" o a cavallo, e "fanteria leggera"). Probabilmente molte di queste unità non esistevano prima della battaglia di Azio, ma i nomi di alcuni squadroni di cavalleria fanno pensare che siano stati reclutati in Gallia dagli ufficiali di Cesare.
Erano composte da fanti per lo più provinciali (nella condizione di peregrini), i quali aspiravano, al termine di un servizio lungo oltre un paio di decenni, ad ottenere la cittadinanza romana.[1] Sebbene siano state utilizzate da Cesare nel corso della conquista della Gallia,[2] la loro organizzazione, così come ci è stata tramandata, risale alla riforma voluta da Augusto dell'intero sistema militare romano.
Le coorti di fanteria avevano una struttura molto simile a quelle delle coorti legionarie. Erano inizialmente sottoposte ad un praefectus cohortis quando erano ancora quingenariae e formate da peregrini, in seguito ad un tribunus militum se milliariae o se costituite da cives Romanorum. Le coorti quingenarie erano composte da 6 centurie di 80 uomini ciascuna, oltre a 6 centurioni (tra cui un centurione princeps) per un totale di 480 fanti, in alcuni casi muniti di armi da lancio (arcieri, frombolieri e lanciatori di giavellotto) per completarsi con la fanteria pesante legionaria.
A partire dalla dinastia dei Flavi, furono introdotte per prime le unità ausiliarie milliariae, ovvero composte da circa 1.000 armati[3][4] (create ex novo oppure incrementandone gli armati da una preesistente unità quingenaria[3]) in tutte le loro tipologie: dalle cohortes peditatae, a quelle equitatae fino alle alae di cavalleria (quest'ultima considerata l'élite dell'esercito romano[3]).
Tipologia di unità ausiliarie |
servizio | comandante | subordinato | N. di sotto-unità | Forza della sotto-unità |
Forza dell'Unità |
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Cohors quingenaria | fanteria | praefectus cohortis[5] | centurione | 6 centuriae[6] | 80 | 480 |
Cohors milliaria | fanteria | tribunus militum[7] | centurione | 10 centuriae[6] | 80 | 800 |
In epoca augustea erano affidate al comando di un re o principe cliente nativo del posto, almeno fino a dopo Tiberio,[8] quando furono poi sottoposte ad un praefectus cohortis dell'ordine equestre.[9]
Il corpo di truppa di una cohors quingenaria, oltre agli ufficiali (il praefectus cohortis ed ai sei centurioni), si divideva in tre sotto-categorie:[10]
In sostanza secondo i conteggi del Cheesman, in una cohors quingenaria, c'erano a parte il praefectus cohortis: 6 centurioni, 19 principales ed un numero imprecisato di immunes.[17]
I fanti ausiliari prestavano servizio per 25 anni, al termine del quale ricevevano un diploma militare che ne attestava il congedo (honesta missio), oltre ad un premio (in denaro o un appezzamento di terra, quasi fosse una forma di pensione dei giorni nostri[18]), la cittadinanza romana ed il diritto di sposarsi.[19] La paga (stipendium) per un fante di cohors peditata si aggirava attorno ai 150 denari (meno di un legionario che riceveva invece 225 denari annui).[20] La paga fu successivamente aumentata di un quarto, sotto l'imperatore Domiziano, portando così il compenso annuo a 200 denari.[20][21]
Le unità miste delle cohortes peditatae furono distribuite lungo l'intero percorso del limes, dalla provincia di Britannia a quelle orientali di Siria ed Egitto passando attraverso il limes renano e quello danubiano. L'elenco completo lo potete trovare qui.