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Charles Denner (Tarnów, 29 maggio 1926 – Dreux, 10 settembre 1995) è stato un attore polacco naturalizzato francese.
Giunto in Francia all'età di quattro anni dalla natia Polonia[1], nel 1945 iniziò a studiare recitazione a Parigi con Charles Dullin, debuttando nel 1946 sulle scene del Théâtre National Populaire[2]. Dopo aver esordito sul grande schermo nel 1955 con il film Gli anni che non ritornano di Yves Allégret, durante la sua carriera cinematografica apparve in circa trenta pellicole e fu diretto da alcuni tra i più prestigiosi registi francesi, tra cui Claude Chabrol, Jean-Luc Godard, Louis Malle, Claude Lelouch, Costa-Gavras e François Truffaut, che via via utilizzarono il suo volto insolito, dai lineamenti pronunciati e dal naso aquilino, particolarmente adatto ad interpretare personaggi introversi e al confine della follia.
Nel 1963, Chabrol gli affidò la parte dell'assassino seriale di donne sole in Landru, mentre due anni più tardi fu Alain Jessua, nella sua ambiziosa opera prima di regista, Una vita alla rovescia (1964), a fargli incarnare la beatitudine della follia[2] nel personaggio del protagonista Jacques Valin, un uomo che si rinchiude in se stesso, tagliando ogni legame con il mondo[1], ruolo a cui Denner prestò alla perfezione la propria maschera dall'espressione malinconica.
Fu Truffaut a utilizzare al meglio Denner e il suo sottile umorismo, venato di inquietudine[2], prima in La sposa in nero (1968), successivamente in Mica scema la ragazza! (1972), ma soprattutto in L'uomo che amava le donne (1977), in cui l'attore interpretò il ruolo di Bertrand Morane, scrupoloso ingegnere di Montpellier, uomo tenebroso ma affascinante, con una vocazione irrefrenabile di playboy, che apprezza nelle donne soprattutto le gambe, tanto che le paragona a «...compassi che misurano il globo terrestre in ogni direzione, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia». La sua salma riposa nel cimitero parigino di Bagneux.
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