Nel mondo di oggi, Callitrichidae è diventato un argomento di interesse e dibattito in varie aree. Dalla politica alla cultura popolare, Callitrichidae ha catturato l'attenzione di molte persone e ha generato ogni tipo di opinione e punto di vista. Che sia per la sua rilevanza nella società odierna o per il suo impatto sulla storia, Callitrichidae si è posizionato come un argomento degno di esplorazione e analisi. In questo articolo approfondiremo l'affascinante mondo di Callitrichidae ed esamineremo la sua influenza su diversi aspetti della vita umana.
I Callitricidi (Callitrichinae Thomas, 1902) sono una delle cinque famiglie di scimmie platirrine attualmente accettate dagli zoologi.
Ad essa vengono ascritte tutte le specie di uistitì, tamarini e leontocebi: si tratta di animali di piccola taglia (a questa famiglia sono ascritte tutte le specie di scimmie propriamente dette più piccole del mondo), di abitudini arboree e dalla dieta insettivora, anche se spesso molte specie integrano la dieta con resina e linfa. In particolare Callithrix jacchus e Callithrix pygmaea sono considerabili resinivori obbligati.
Vivono in gruppetti familiari comprendenti 5-6 individui che si nutrono e si muovono in un territorio ben definito e difeso. I primi studi sul campo, supportati da ricerche su esemplari in cattività, portarono gli studiosi a credere che i gruppi comprendessero invariabilmente una coppia dominante coi propri cuccioli di vari parti che rimanevano coi genitori: altri studi in natura, effettuati su Saguinus fuscicollis, hanno invece dimostrato che nei gruppi possono essere presenti più maschi, che possono tutti accoppiarsi con la femmina ed in ogni caso contribuiscono in egual misura alla cura dei cuccioli. Si pensa che questo sistema tendente alla poliandria sia tipico di tutta la sottofamiglia, ma mancano tuttavia ulteriori studi che lo confermino.
Sono, fra i primati, gli unici che si riproducono dando alla luce perlopiù gemelli (nell'80% dei casi): i cuccioli vengono curati principalmente dal maschio, che li consegna alla femmina solo per la poppata. I primi istituti che riuscirono a riprodurre con successo questi animali, non sapendo di questo particolare comportamento, separarono quella che credevano la femmina (ossia l'esemplare che portava i cuccioli) da quello ritenuto il maschio, temendo che potesse fare del male ai piccoli, che inevitabilmente morirono d'inedia, non potendo essere allattati.
A causa delle piccole dimensioni e delle interazioni sociali piuttosto semplici, sono da sempre stati considerati una linea primitiva di scimmie del Nuovo Mondo, dalla quale hanno in seguito avuto origine le altre famiglie: Susan Ford ha invece proposto l'ipotesi (supportata da alcune prove piuttosto convincenti) che si tratti invece di animali evolutisi a partire da una specie di cebide di dimensioni medie, che con l'evoluzione ha sviluppato una taglia via via minore per sfruttare nicchie lasciate vuote e diminuire la competizione per il cibo[senza fonte]. Ancora, i callitricidi potrebbero essere un esempio di nanismo insulare, in quanto la maggior parte delle specie si trova in areali ristretti, limitati da barriere fisiche come fiumi o catene montuose.
Talvolta considerati una sottofamiglia dei Cebini, oggi vengono considerati perlopiù come una famiglia a sé stante.