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Boris Konstantinovič Bilinskij (Борис Константинович Билинский; Bender, 21 settembre 1900 – Catania, 3 febbraio 1948) è stato uno scenografo, costumista e cartellonista cinematografico russo.
Nel 1920, a vent'anni, fugge dalla Russia a causa della Rivoluzione (il paese natìo, Bendery, oggi si chiama Bender ed è situato nella Moldavia) e si stabilisce a Berlino dove lavorò per diversi teatri come decoratore, compreso il teatro Palast. Presto riparte per Parigi, nel 1923, dove lavora per la Albatros di Montreuil come costumista, anche per Jean Epstein e Ivan Mosjoukine e cartellonista cinematografico tra il 1924 e il 1927. Tra i manifesti che realizzò ci fu anche quello famosissimo di Metropolis il capolavoro di Fritz Lang, che divenne una delle icone del '900.
Dal 1930 cura le scenografie di diversi balletti russi come Bronislava Nijinska, Nicolas Evreinoff e Boris Romanov. Otto anni prima fece il suo debutto, sempre come scenografo e costumista, al cinema nel periodo muto. Nel 1936, mentre sta realizzando in Italia scenografie teatrali e per il balletto, si sposa con la figlia diciottenne del chirurgo Epifanio Scalia, Franca. Nel 1939, alla nascita della primogenita, si stabiliscono in Italia, e inizia a collaborare a diversi film italiani dal 1940. Alla dichiarazione di guerra, non può più far rientro in Francia. Inizia anche una collaborazione con lo scultore Antonio Pappalardo e si stabilisce a Catania, dove rimarrà fino alla morte improvvisa per malattia a soli 47 anni, dopo aver lavorato complessivamente a una quarantina di pellicole. Epifanio Scalia morirà tre anni più tardi, nel 1951, mentre la vedova, Franca Scalia, nel 1953 fa rientro in Francia dove vive tuttora. È sepolto nel Cimitero monumentale di Catania.
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