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Battaglia di Lodrone parte della terza guerra di indipendenza | |||
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Data | 7 – 10 luglio 1866 | ||
Luogo | Lodrone e Bagolino, Lombardia e Trentino | ||
Esito | Vittoria italiana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La battaglia di Lodrone fu un episodio della terza guerra di indipendenza italiana. Fu combattuta nei territori comunali di Bagolino e Storo, il 7 e 10 luglio 1866, tra il 3º Reggimento Volontari Italiani comandato dal colonnello Giacinto Bruzzesi del Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi e gli austriaci dell'11º Reggimento "Principe ereditario Alberto di Sassonia", comandato dal tenente colonnello Hermann Thour von Fernburg della 8ª Divisione del generale Von Kuhn. Vinta dagli Italiani costrinse gli Austriaci a ripiegare nei forti d'Ampola e Lardaro.
Gli Austriaci costretti dopo la battaglia di Monte Suello del 3 luglio a ripiegare all'interno della Valle del Chiese, il 7 luglio ripresero l'offensiva nella Piana d'Oneda con l'intento di far arretrare i garibaldini verso la Rocca d'Anfo, ove si trovava il quartier generale di Giuseppe Garibaldi.
Il giorno 7 luglio un forte reparto austriaco al comando del capitano Ludwig von Gredler, proveniente dal forte d'Ampola, attaccò a Lodrone i garibaldini costringendoli a retrocedere sul pendio di Monte Suello, che era ben organizzato a difesa con alcuni pezzi d'artiglieria della 9ª Batteria della Brigata campale comandata dal maggiore Orazio Dogliotti.
Constata la forte posizione degli Italiani, il tenente colonnello Hermann Thour von Fernburg[2], comandante le operazioni, ordinò il ripiegamento sulle posizioni originarie. All'inseguimento dei garibaldini rispose l'artiglieria austriaca, che rimasta in posizione arretrata frenò con il suo tiro l'irruenza degli assalitori.
A fine giornata si contarono 5 feriti per gli Austriaci, mentre i garibaldini accusarono 2 morti, 4 feriti, 4 prigionieri e 2 dispersi.
Il mattino del 10 luglio iniziò un'altra offensiva austriaca. Il capitano Henrich Melzer von Bärenheim, sempre del comando di von Thour, puntò versò Monte Suello con cinque compagnie e artiglieria, mentre il capitano Ludwig von Gredler, con due compagnie e artiglieria si diresse verso Bondone per contrastare i garibaldini provenienti dalla Val Vestino.
I garibaldini, attaccati verso le 15.00, si ritirarono dapprima a Lodrone poi a Ponte Caffaro. Qui, due compagnie del 3º Reggimento, resistettero sostenute dall'artiglieria e poi passarono all'offensiva con tutto il reparto costringendo il nemico ad abbandonare Darzo e a ripiegare in disordine a Storo e nella Valle d'Ampola. Le perdite furono 3 morti, 19 feriti e 7 dispersi per gli Italiani, 3 morti, 9 feriti e 1 disperso per gli Austriaci.
Vinta la battaglia, il Corpo Volontari Italiani occupò la Valle del Chiese fino a Storo e Condino. Il generale Giuseppe Garibaldi, sofferente per la ferita del 3 luglio, colse l'occasione della pausa d'armi per riordinare i propri reparti e porre le basi organizzative per l'assedio del Forte d'Ampola.