Nel mondo moderno, Bagnoli Friularo ha assunto un ruolo di primo piano nella società odierna. Questa figura o argomento ha suscitato ampio interesse e ha generato numerosi dibattiti in diversi ambiti. Con il passare del tempo Bagnoli Friularo si è evoluto in modo tale da segnare un prima e un dopo nella storia. In questo articolo esploreremo a fondo l'importanza di Bagnoli Friularo e la sua influenza oggi. Analizzeremo il suo impatto su cultura, politica, tecnologia e altri aspetti rilevanti. Inoltre, esamineremo le implicazioni di Bagnoli Friularo nel mondo contemporaneo e come ha plasmato il modo in cui viviamo e pensiamo.
Bagnoli Friularo Disciplinare DOCG | |
---|---|
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Data decreto | 16 agosto 1995 |
Tipi regolamentati | |
Fonte: Disciplinare di produzione[1] |
Bagnoli Friularo o Friularo di Bagnoli è una DOCG riservata ad alcuni vini la cui produzione è consentita nella provincia di Padova.
La zona di produzione omprende l'intero territorio dei comuni di: Agna, Arre, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana, Due Carrare, Cartura, Conselve, Monselice, Pernumia, San Pietro Viminario, Terrassa e Tribano in provincia di Padova.
La zona di produzione della tipologia "classico" è limitata al comune di Bagnoli di Sopra.[1].
Il più antico documento conosciuto che parla dei vini di Bagnoli è l'atto di donazione al vescovo di Padova da parte del marchese di Bagnoli, risalente al 954. Tra il XII e il XIII secolo esiste notevole documentazione di donazioni di vigneti nella zona e di decime pagate alla locale corte benedettina.
Nel 1521 lo scrittore e commediografo padovano Ruzzante descrisse un «vino sgarboso», le cui caratteristiche ampelografiche paiono identificare il Raboso autoctono, cioè il Friularo. Il nome del vino appare in un preziario di vini del 1774, che indica nel Friularo quello più costoso e richiesto. Nel 1787 il poeta veneziano Ludovico Pastò scrisse il ditirambo "El Vin Friularo de Bagnoli", declamandone le virtù. Nel 1924 Arturo Marescalchi affermò: «II Friularo è il vino rosso di piano più rinomato del Padovano»[2]
Alcuni studiosi ipotizzano che il termine dialettale "Frigoearo" con cui viene chiamato il vino derivi dalla radice latina “Frigus” (freddo), seguita dalla desinenza “Arus”[3], collegandolo alla raccolta tardiva, già praticata anticamente.[2]
Le operazioni di appassimento delle uve, vinificazione, invecchiamento e affinamento devono aver luogo all'interno della zona di produzione nonché nei comuni di Cona e Albignasego.
Nella preparazione dei vini diversi dalla tipologia passito e vendemmia tardiva possono essere utilizzate uve sottoposte ad appassimento fino ad un massimo del 50% dell'intera partita.
La menzione "Vendemmia Tardiva" è riservata al vino prodotto con almeno il 60% delle uve raccolte e vinificate dopo l'11 novembre (Estate di San Martino).
La tipologia "Passito" richiede un appassimento naturale delle uve in locali idonei; le uve destinate all'appassimento possono essere pigiate dopo l'8 dicembre.
Nella designazione dei vini può essere utilizzata la menzione “vigna” a condizione che sia seguita dal toponimo registrato e che le varie operazioni avvengano separatamente.
È obbligatoria l'indicazione dell'annata di produzione delle uve.
Il Bagnoli friularo deve essere imbottigliato in contenitori di vetro di capacità massima di 3 litri, chiuse con tappo raso bocca in sughero.
già riconosciuta a DOC con DM Approvato con Modificato con Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP Modificato con
La DOC Bagnoli Friularo è stata istituita con DM 16.08.1995 e riconosciuta come DOCG con DM 08.11.2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 276 del 26.11.2011
Successivamente è stata modificata con
Sono previste le versioni riserva e vendemmia tardiva
uvaggio | Raboso Piave minimo 90% |
Bagnoli Friularo | Riserva | Classico | |
titolo alcolometrico effettivo minimo | 11,50% vol. | 12,50% | |
acidità totale minima | 5,50 g/l. | ||
estratto secco minimo | 24,00 g/l. | 26,00 | ?[4] |
resa massima di uva per ettaro | 120 q. | 110 q. | |
resa massima di uva in vino | 70% | ||
invecchiamento minimo | 12 mesi | 24 mesi | 12 mesi |
Passito | Classico passito | |
titolo alcolometrico effettivo minimo | 12,50% | 12,50% |
titolo alcolometrico totale minimo | 15,50% | 15,50% |
acidità totale minima | 5,50 g/l. | 5,50 g/l. |
estratto secco minimo | 30,00 | 30,00 |
resa massima di uva per ettaro | 120 q. | 110 q. |
resa massima di uva in vino | 45% | 45% |
invecchiamento minimo | 24 mesi | 24 mesi |
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 74909 |
---|