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Adriano Lualdi | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 20 aprile 1929 – 2 marzo 1939 |
Legislatura | XXVIII-XXIX |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 23 marzo 1939 – 2 agosto 1943 |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | Corporazione dello spettacolo |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Professione | Musicista |
Adriano Lualdi (Larino, 22 marzo 1885 – Milano, 8 gennaio 1971) è stato un compositore, direttore d'orchestra e politico italiano.
Nacque da genitori veneziani trasferitisi per motivi di lavoro a Larino, dove trascorse l'infanzia. I genitori, incoraggiati dalla sua propensione per la musica e per la letteratura, lo inviarono a studiare al Conservatorio Santa Cecilia a Roma sotto Stanislao Falchi. Successivamente studiò a Venezia sotto la guida di Ermanno Wolf-Ferrari, di cui sentirà l'influenza, sia stilistica che in ambito teatrale. Si diplomò in composizione nel 1907, mettendosi in luce con la cantata per coro e orchestra Attollite portas, su testo di Arturo Graf.
Intraprese giovanissimo la carriera di direttore d'orchestra, registrando presenze in diversi teatri d'Italia, tra cui la Fenice di Venezia e il Teatro San Carlo di Napoli. In quegli anni collaborò con direttori come Pietro Mascagni e Arturo Toscanini, che nel 1925 diresse una sua composizione ispirata alla novella di Edgar Allan Poe Il diavolo nel campanile.
Oltre a tenere conferenze in varie città d'Italia, collaborò assiduamente con diversi quotidiani, tra cui L'Ambrosiano (1922), Il Secolo (1923-1927), il Corriere della Sera (1927-1932) e Il Giornale d'Italia (1936-1942), e ad alcuni periodici.
Contemporaneamente all'attività di direttore d'orchestra diresse i conservatori di Firenze e Napoli. Assieme a Giuseppe Mulè, fu il più strenuo rappresentante della poetica musicale del regime fascista, avversando fortemente le avanguardie moderniste.
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