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Vittorio Suster | |
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Nascita | Trento, 28 agosto 1899 |
Morte | Cielo del Mediterraneo, 10 gennaio 1941 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Regio Esercito Regia Aeronautica |
Specialità | trasporto |
Reparto | Comando servizi aerei speciali |
Grado | Capitano pilota |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Aeronautico[1] | |
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Vittorio Suster (Trento, 28 agosto 1899 – Cielo del Mediterraneo, 10 gennaio 1941) è stato un militare e aviatore italiano, volontario nella prima guerra mondiale, legionario nell'impresa di Fiume, pilota di linea nella LATI, capitano pilota del Comando Servizi Aerei Speciali della Regia Aeronautica e Medaglia d'oro al valore aeronautico alla memoria. Nel 1931 pilotando un Caproni Ca.100 fu protagonista di una sfida auto-aereo, contro una Alfa Romeo 8C 2300 guidata da Tazio Nuvolari. Vinse Suster tagliando di misura il traguardo.
Nacque a Trento il 28 agosto 1899.[1] Durante la prima guerra mondiale si arruolò come volontario[2] nel Regio Esercito. Subito dopo la fine della guerra partecipò, sempre come volontario all'impresa di Fiume, servendo come ufficiale nella compagnia Mario Angheben.[3]
Negli anni venti del XX secolo divenne pilota di linea, e nel 1926 è tra i comandanti della Società Anonima Transadriatica, che a partire dal 18 agosto effettuarono i primi collegamenti tra Venezia-Lido e le città di Vienna, Budapest, Monaco di Baviera e Berlino, a bordo di monomotori Junkers F 13. Successivamente inizia a legare il suo nome ad alcuni dei tanti eventi aviatori minori che si susseguono in quegli anni, come il Giro aereo d'Italia. Più nota è la sua vittoria contro Tazio Nuvolari nella doppia sfida incrociata tra aereo auto e moto che si tenne all'autodromo del Littorio, pista ricavata all'interno dell'aeroporto omonimo (oggi Roma-Urbe), l'8 dicembre 1931. La prima gara fu quella tra Furio Niclot Doglio, su un monoplano Fiat A.S.1 e Piero Taruffi su una moto Norton 500, vinta da quest'ultimo. La seconda vide lui ai comandi di un Caproni Ca.100 Limousine contro Tazio Nuvolari su una Alfa Romeo 8C 2300.[N 1]. A vincere fu lui, che tagliò di misura il traguardo, con una media di 164,237 km/h su un percorso di 16 998, per cinque giri del tracciato[4]. L'aereo, immatricolato I-AAYG, presentava una livrea rosso corsa. Sebbene la prima a riscuotere largo seguito, non era la prima sfida di velocità tra aereo ed auto[5]. Nel 1932 partecipò al Challenge International des Avions de Tourism, classificandosi 6º nella gara di decollo corto a bordo di un Breda Ba.33.
Nel 1934 è secondo pilota, accanto a Francis Lombardi[N 2] in un volo speciale dell'Ala Littoria per verificare la possibilità di creare un collegamento con la Somalia, approfittando della visita di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III a Mogadiscio. L'aereo, un Savoia-Marchetti S.71, decollò alle 6.30 del 10 novembre dall'aeroporto del Littorio, con un carico di 88 kg di valori postali speciali stampati per l'occasione[6]. Dopo due tappe, una a Tobruk ed una Massaua, il velivolo atterrò a Mogadiscio l'11 dicembre.[N 3] Nell'atterraggio l'aereo cappottò, ma solo Lombardi rimase ferito ad un braccio[6].
Passò poi a lavorare presso le neocostituite Linee Aeree Transcontinentali Italiane[7] organizzata da Attilio Biseo.[7] Allo scoppio della seconda guerra mondiale, come il resto del personale e dei velivoli delle diverse linee aeree italiane, venne inquadrato nel Comando Servizi Aerei Speciali della Regia Aeronautica. Il 29 giugno decollò da Roma a bordo del velivolo Savoia-Marchetti S.79 Sparviero I-ALAN raggiungendo l'Asmara,[8] in Africa Orientale Italiana, con a bordo 792 kg di posta civile e 118 di quella militare, e rientrando in Italia il 4 luglio.[8] Con il grado di capitano pilota alla fine del 1940 venne coinvolto nelle operazioni di evacuazione dei civili dai territori della Cirenaica invasi dagli inglesi.[8] durante una di queste missioni il Savoia-Marchetti S.M.83 I-AREM,[9] pilotato da Suster, con a bordo il tenente pilota Daniele Baldini, lo stenografo-marconista Francesco Verdosci, il 1º aviere Sergio Andenna ed un gruppo di 12 civili scomparve sul Mediterraneo, ad un'ora dal decollo da Bengasi[N 4] il 10 gennaio 1941.[2] L'Ambasciata italiana a Lisbona (Portogallo) riuscì ad appurare tramite l'Ambasciata brasiliana a Londra,[9] che l'aereo era precipitato 25 miglia nautiche a ovest dell'isola di Lampedusa,[9] e che alcune navi inglesi incrocianti nella zona avevano recuperato il carico postale, senza trovare nessun superstite.[9]
A Suster fu concessa postuma la Medaglia d'oro al valore aeronautico,[1] e la Sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Trento costituita nel 1953 porta il suo nome.