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Deriva dal termine greco antico Σίβυλλα (Sibylla), che significa "profetessa"[4][7]; l'etimologia di tale vocabolo è incerta[3][8]: generalmente viene ricondotto al termine doricoSiobolla (correlato all'atticoTheoboule), composto da σιος (sios, la forma dorica ed eolica di θεος, theos, "dio") e βυλη (bule, "consiglio", "volontà"), con il significato di "consigliera degli dei" o "volontà divina"[1][5][6][8][9].
Il suo uso in Italia rappresenta una ripresa classica, in alcuni casi recente su modello delle lingue straniere[3]; è sparso un po' ovunque sul territorio nazionale, con un terzo delle occorrenze in Lombardia[3]. Per quanto riguarda l'Inghilterra, vi venne importato dai normanni, diffondendosi nelle forme Sibyl e Sybil e in varie altre vernacolari: si rarificò dopo la Riforma protestante, ma fu ripreso nel XIX secolo, forse aiutato dal romanzo di Benjamin Disraeli del 1845 Sybil, or The Two Nations[4][7].