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Periodo | Epoca | Piano | Età (Ma) | |
---|---|---|---|---|
Quaternario | Pleistocene | Gelasiano | Più recente | |
Neogene | Pliocene | Piacenziano | 3,600 | |
Zancleano | 5,333 | |||
Miocene | Messiniano | 7,246 | ||
Tortoniano | 11,63 | |||
Serravalliano | 13,82 | |||
Langhiano | 15,98 | |||
Burdigaliano | 20,45 | |||
Aquitaniano | 23,04 | |||
Paleogene | Oligocene | Chattiano | Più antico | |
Suddivisione del Neogene secondo la Commissione internazionale di stratigrafia dell'IUGS.[1] |
Nella scala dei tempi geologici, il Serravalliano è il quarto dei sei piani o stadi stratigrafici in cui è suddiviso il Miocene, la prima delle due epoche del Neogene.
Questa unità cronostratigrafica si estende tra 13,82 e 11,63 milioni di anni fa (Ma).[1][2]
Il Serravaliano segue il Langhiano e precede il Tortoniano.
Lo stadio Serravalliano fu introdotto nella letteratura scientifica dal geologo italiano Lorenzo Pareto nel 1864.[3]
Deriva il suo nome dalla cittadina piemontese di Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria.
La base del Serravalliano è di poco precedente la scomparsa della specie Sphenolithus heteromorphus (datata a 13,654 Ma) appartenente ai nannofossili calcarei ed è posizionata all'inizio della cronozona magnetica C5ACn.[2]
Il limite superiore del Serravalliano, nonché base del successivo Tortoniano, è data dall'ultima comparsa contemporanea del nanoplancton calcareo Discoaster kugleri e dai foraminiferi planctonici della specie Globigerinoides subquadratus. È associato alla breve cronozona magnetica polarizzata C5r.2n.
Il GSSP,[2] il profilo stratigrafico di riferimento della Commissione Internazionale di Stratigrafia, è identificato alla base della Blue Clay Formation, una sezione di Ras el Pellegrin, nei pressi del castello di Fomm ir-Riħ, nel sud di Malta.[4] Esso coincide con la fine dell'importante periodo di raffreddamento globale Mi-3b dello stadio dell'isotopo marino corrispondente ad un consistente aumento in volume del ghiaccio antartico.
Le sue coordinate sono 35°54′50″N 14°20′10″E .[5]
Intorno ai 13 milioni di anni fa si ha, in Africa, la presunta datazione dei fossili di Pierolapithecus catalaunicus, ritrovati nel sito di Hostalets de Pierola, in Catalogna (Spagna). È una scimmia antropomorfa ed è una seconda ipotesi di antenato comune della sottofamiglia Homininae, che comprende Scimpanzé, Gorilla e Uomo.
Intorno ai 12,5 milioni di anni fa si ha, in India, la presunta comparsa del Sivapithecus indicus, i cui fossili sono stati ritrovati nella pianura del Petwar in Pakistan e in varie parti dell'India, una scimmia antropomorfa della sottofamiglia Ponginae, probabile discendente dell'Afropithecus, antenato comune fra l'uomo e il moderno orango del Borneo.