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Pytilia Swainson, 1837 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia degli Estrildidi[1].
Al genere vengono ascritte cinque specie[1]:
Nell'ambito della famiglia degli estrildidi, le specie ascritte al genere Pytilia appaiono vicine al clade formato dall'amaranto bruno e dagli amaranti del genere Lagonosticta[2].
Le varie specie ascritte al genere occupano un areale piuttosto ampio, che comprende gran parte dell'Africa subsahariana.
Le specie ascritte a questo genere misurano fra gli 11 e i 13 cm di lunghezza.
Si tratta di uccelli dall'aspetto paffuto, muniti di corte ali arrotondate, coda corta e squadrata e becco conico e appuntito.
La colorazione è perlopiù grigiastra dorsalmente e bianca striata di nero ventralmente, con dorso e ali verdastre, petto giallastro e coda rossa: in alcune specie il maschio presenta una mascherina facciale rossa, mentre le femmine hanno sempre colorazione meno appariscente rispetto ai maschi.
Si tratta di uccelli che vivono da soli, in coppie o al massimo in piccoli gruppi familiari che contano meno di una decina d'individui: il melba del Sudan appare la specie meno socievole del genere, nonché quella più terricola, mentre le altre specie tendono a muoversi perlopiù fra cespugli ed alberi[3].
La dieta delle specie ascritte al genere è prevalentemente insettivora, e solo secondariamente vengono mangiati anche bacche, frutta e semi.
La riproduzione di questi uccelli segue i pattern tipici degli estrildidi, con ambedue i sessi che collaborano alla costruzione del nido, alla cova ed alle cureparentali verso i nidiacei.
Le specie ascritte a questo genere subiscono parassitismo di cova da parte di varie specie di vedova[3].