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Ovidio è un nome proprio di persona italiano maschile[1][2][3].
Deriva dal gentilizio latino Ovidius, a sua volta derivante probabilmente da Ovius, un nome attestato sia tra i latini, sia tra altri popoli italici[1]. Ovius (o anche direttamente Ovidius) viene generalmente ricondotto a ovis, "pecora"[1][2][3][4], col senso di "allevatore/pastore di pecore"[3], un'etimologia plausibile se si considera che esistevano vari altri gentilizi tratti da nomi di umili animali domestici (Vitellius, Verrius, Asinius, Porcius)[1]. Non è però da scartare l'idea che possa avere origini etrusche[1] o sabelliche[2].
Il gentilizio latino era abbastanza diffuso e venne portato, tra gli altri, dal noto poeta Ovidio (nome completo: Publio Ovidio Nasone), che Augusto spedì in esilio nell'odierna Romania, dove infatti il nome è piuttosto comune[1]. Anche in Italia, dove rappresenta una ripresa erudita rinascimentale, la sua diffusione è dovuta principalmente alla fama di tale personaggio[1]; negli anni settanta si contavano oltre cinquemila occorrenze del nome, attestate su tutto il territorio nazionale ma più raramente al Sud[3].
Generalmente, l'onomastico viene festeggiato il 3 giugno in onore di un sant'Audito, vescovo di Braga in Portogallo e martire, dalla storicità incerta; la sua associazione con il nome "Ovidio" è frutto di un curioso caso di fraintendimento linguistico: siccome "audire" e "audito" (termini a cui veniva associato il nome, e che potrebbero benissimo esserne alla base) in portoghese sono ouvir e ouvido, il santo era detto são Ouvido, poi riportato erroneamente in latino come sanctus Ovidius, e quindi sant'Ovidio[1].
Oltre ad esso, si registrano con questo nome tre beati, tutti martiri della guerra civile spagnola, alle date seguenti: