Litote è un argomento che ha generato grande interesse e dibattito negli ultimi tempi. La sua rilevanza ha un impatto su vari ambiti della vita quotidiana, dalla politica alla cultura popolare, passando per la tecnologia e la scienza. Con il passare del tempo, Litote è diventato un punto centrale di discussione e analisi, con diverse prospettive e approcci che ci invitano a riflettere sulla sua importanza e sulle possibili conseguenze. In questo articolo esploreremo alcune delle dimensioni più rilevanti di Litote, nonché la sua influenza sulla società odierna.
La litòte (dal greco antico litótēs, "semplicità" e "attenuazione", da litós "semplice") è una figura retorica che consiste nel dare un giudizio o fare un'affermazione adoperando la negazione di un'espressione di senso contrario. Si ha quando si sostituisce un'espressione troppo cruda con la negazione del contrario. Può avere intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia.
Un esempio di litote è dire "non mi sento troppo bene", per dire "mi sento male", in questo caso con valore intensivo.[1]
Un esempio di litote è la definizione che Alessandro Manzoni dà di Don Abbondio ne I promessi sposi[2]:
Un altro esempio di litote si ha in Foscolo, nel sonetto A Zacinto:
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali ...»
Anche nella Divina Commedia si trova un esempio di litote nel Canto II dell'Inferno:
cortese i fu, pensando l'alto effetto
ch'uscir dovea di lui, e 'l chi e 'l quale,
non pare indegno ad omo d'intelletto.»