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La liaison (o legamento) è un fenomeno fonosintattico della lingua francese, che consiste nella realizzazione fonetica di alcune specifiche consonanti in fine di parola. Il fenomeno avviene solo se a dette consonanti segua una parola che inizia con vocale e se si danno alcune condizioni sintattiche.[1]
Ad esempio, nell'articolo determinativo plurale les, la s finale non viene pronunciata (les feuilles, 'le foglie'), a meno che la parola successiva all'articolo non inizi per vocale (les amies, 'le amiche').
In quanto segue, si propongono alcuni esempi secondo l'alfabeto fonetico internazionale (IPA). Gli esempi a sinistra non prevedono la liaison, in quanto la parola successiva inizia per consonante. A destra, invece, la parola inizia per vocale, laddove la liaison è indicata dal segno .
La consonante -d perde la sua sonorità (vedi primo esempio, dove si ha la trasformazione in -t).
Le regole che stabiliscono se eseguire o meno la liaison sono assai complesse. Spesso, la liaison viene omessa nella lingua più familiare, mentre si pratica quando il registro linguistico è più alto e quindi l'enunciato dovrebbe essere più accurato. Tutto ciò rende difficile l'esposizione di regole assolute.
La liaison è obbligatoria soprattutto:
La liaison è proibita:
La liaison è facoltativa in molti casi, ad esempio:
Le consonanti che in francese producono liaison venivano pronunciate in latino, e il più delle volte vengono pronunciate anche nelle parole corrispondenti italiane. Secondo le regole fonologiche francesi, esse sono però cadute nella maggior parte dei contesti, conservandosi solamente davanti a vocale.
In italiano, un fenomeno simile consiste nella presenza, davanti a vocale, della d eufonica (che deriva tipicamente da una d o, per effetto di sonorizzazione, da una t latina conservata nella catena di suoni). Ciò avviene in genere nel caso:
Poiché, rispetto al francese, l'italiano possiede una maggiore corrispondenza tra scrittura e pronuncia, il fenomeno è evidente anche sul piano grafico. Es.: tu ed‿ io (ma: tu e loro).
Altre volte si assiste invece, al confine tra le parole, a un fenomeno di rafforzamento consonantico detto raddoppiamento fonosintattico (o cogeminazione), che trova a sua volta origine nella caduta d'una consonante latina ma non è riprodotto nella scrittura. Es.: io e‿ te (pronuncia: io e tte); tu e‿ loro (pronuncia: tu e lloro), ecc.