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Kyra Vasiliki (Filiates, 1789 – Aitoliko, 11 dicembre 1834) fu la moglie cristiana di Alì Pascià, signore di Albania, e di gran parte dell'attuale Grecia.
Conobbe Ali Pascià all'età di dodici anni, quando si recò a corte per chiedergli di risparmiare suo padre.[1] L'anziano monarca accettò le sue suppliche e nel 1808 la sposò, elevandola a moglie ufficiale (a quel tempo, l'harem di Tepeleni contava seicento concubine).[1] Nonostante il matrimonio, Kyra mantenne la religione cristiana[1] e nel palazzo una stanza venne trasformata in una cappella dove la regina poteva pregare.
Nel 1818 è diventata membro dell'organizzazione patriottica greca Filikí Etería. Kyra è stata direttamente reclutata da uno dei tre membri fondatori dell'organizzazione, Nikolaos Skoufas.[2] In questo periodo ha intrapreso una serie di iniziative di beneficenza. Finanziò una serie di lavori di restauro del Monte Athos (1819-1820).[3] La regina si dice che ebbe molta influenza sull'anziano consorte e ottenne clemenza per molti correligionari greci.
Nel gennaio 1822, durante l'ultima fase dell'Assedio di Giannina da parte delle forze del sultano ottomano, Vassiliki insieme ad Ali Pascià e la sua guardia privata sfuggirono sull'Isola di Giannina.
Ali Pascià venne fatto prigioniero dal sultano Mahmud II e ucciso nel 1822.[4] La regina venne portata prigioniera a Costantinopoli ma fu risparmiata e ottenne il premesso di ritornare in Grecia, nel frattempo scossa dagli scontri della guerra d'indipendenza greca (1821-1830)[1], dove morì ad Aitoliko, l'11 dicembre 1834.[5]