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I fratelli Karamazov è uno sceneggiato televisivo italiano, diretto da Sandro Bolchi e trasmesso dal Programma Nazionale della Rai nel 1969. Articolato in sette puntate, andò in onda dal 16 novembre al 28 dicembre di quell'anno.
La fiction era tratta dal romanzo omonimo ottocentesco - I fratelli Karamàzov, appunto - di Fëdor Dostoevskij. A curarne la riduzione televisiva e la relativa sceneggiatura fu chiamato lo scrittore e drammaturgo Diego Fabbri.[1]
Come nel romanzo originale, al centro della storia è la vicenda umana di una famiglia dilaniata dall'interesse materiale, appunto quella dei Karamazov (un padre, Fedor, e tre figli - Dmitrij, Ivàn e Aleksej - oltre ad un quarto naturale, il servo Smerdjakov, avuto dal capostipite in seguito ad una relazione con una nota vagabonda della cittadina della provincia russa in cui si svolge la vicenda), capace di trasformarsi in un groviglio di vipere.
Il lungo sceneggiato diretto da Bolchi ebbe un successo sia in termini di audience (registrando una media di 15 milioni di spettatori a puntata, un record anche per l'epoca, quando ancora la concorrenza televisiva era limitata a due sole reti) che di critica. L'accoglienza fu talmente positiva che ebbe riflessi notevoli anche sulla diffusione del libro da cui la fiction era tratta, che divenne un best seller.
Negli anni 2000, in occasione della redistribuzione dell'opera in DVD ad opera di Fabbri Editori, il critico cinematografico e televisivo Maurizio Porro - ricordando l'importanza del contributo come delegato alla produzione del commediografo Aldo Nicolaj - ha scritto nelle note che accompagnano il supporto video:
Molto riuscite appaiono, secondo l'esegesi di Porro, le sequenze relative al lungo processo "in cui è imputato uno dei figli per l'uccisione del padre Fedor": "le due arringhe degli avvocati, pro e contro, sono due magnifici pezzi di teatro che Bolchi risolve con lo stile del cinema da tribunale".
Sotto l'aspetto del cast, lo sceneggiato poteva essere considerato un vero e proprio colossal, tali e tante erano gli artisti impiegati, molti dei quali di primissimo piano e di formazione teatrale. Oltre agli interpreti principali, l'organico poteva contare sui seguenti attori: