Francesco Rogadeo

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Francesco Rogadeo

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato7 giugno 1953 –
11 giugno 1958
LegislaturaII
CircoscrizionePuglia
CollegioBitonto
2 Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Monarchico
Professionemilitare di carriera
Francesco Rogadeo
NascitaNapoli, 8 novembre 1892
MorteRoma, 8 settembre 1985
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Italia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
Marina Militare Italiana
Anni di servizio1913-1946
GradoAmmiraglio di divisione
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
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Francesco Rogadeo (Napoli, 8 novembre 1892Roma, 8 settembre 1985) è stato un ammiraglio italiano, già distintosi come ufficiale nel corso della prima guerra mondiale e poi in quello della guerra d'Etiopia dove fu comandante di comandante di Marina Massaua. Dal 6 settembre 1939 al 25 febbraio 1942 fu comandante dell'incrociatore leggero Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, e poi ricoprì l'incarico di capo di stato maggiore del Dipartimento militare marittimo del Basso Tirreno. Nel gennaio 1947 Collocato a riposo nel gennaio 1947, fu eletto Senatore della Repubblica Italiana per il Partito Nazionale Monarchico nella seconda legislatura (7 giugno 1953-11 giugno 1958).

Biografia

Il Duca d'Aosta in navigazione prima del conflitto.

Nacque a Napoli l'8 novembre 1892.[1][2] Il padre Eustachio Rogadeo (1855-1920) era uno studioso e storico, discendente di una rinomata famiglia originaria di Ravello, del quale un ramo si era trasferito in Puglia attorno agli inizi del XIII secolo. Francesco Rogadeo studiò alla prestigiosa Accademia della Nunziatella di Napoli e nel 1912 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno conseguendo il grado di guardiamarina, nel 1914. .[1] Partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato sulle navi da battaglia Vittorio Emanuele e Caio Duilio, venendo promosso tenente di vascello nel corso del 1917.[1] Dopo la fine del conflitto, dal 1919 al 1923, fu aiutante di bandiera del comandante del Dipartimento marittimo dello Ionio e del canale d'Otranto, che aveva il suo quartier generale a Taranto, del capo di stato maggiore della Marina e del comandante del Dipartimento marittimo del basso Tirreno, che aveva il suo comando a Napoli.[1] Prestò successivamente servizio come comandante di torpediniere e della cannoniera Archimede.[1] Promosso capitano di corvetta nel 1925, divenne secondo in comando dell'esploratore Leone.[1] Dal 1926 al 1928 fu in servizio presso il Gabinetto del Ministro della Marina, e poi in Africa Orientale al comando, in successione, dei cacciatorpediniere Giuseppe Missori e Vincenzo Giordano Orsini, della nave appoggio sommergibili Alessandro Volta, e del posamine Lepanto.[1] Tra il 1929 e il 1930 fu comandante superiore navale del Mar Rosso e di Marina Massaua.[1][1] Divenuto capitano di fregata nel 1931 divenne vicecomandante dell'incrociatore pesante Trento, comandante degli allievi della Regia Accademia Navale (1932-1934), comandante del cacciatorpediniere Libeccio, e tra il 1936-1937, nuovamente comandante di Marina Massaua durante la guerra d'Etiopia.[1] Promosso capitano di vascello nel 1937, divenne capo di stato maggiore del Comando militare marittimo di La Maddalena e poi del comando superiore di Marina Tripoli.[1] Nell'agosto 1939 assunse il comando dell'incrociatore leggero Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, che mantenne anche durante la seconda guerra mondiale, fino al marzo 1942, partecipando a operazioni navali e missioni di scorta a convogli.[1] Divenuto capo di stato maggiore del Dipartimento militare marittimo del Basso Tirreno, fu promosso contrammiraglio nel dicembre 1942, e ricoprì tale incarico fino al giugno 1943.[1] All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si trovava a Roma assegnato al Comando superiore trasporti, venendo poi inviato a Taranto per assumere il comando del naviglio minore.[1] Raggiunse successivamente Brindisi presentandosi al costituendo Ministero della Marina.[1] Nell'agosto 1944 fu mandato a Roma, presso la direzione generale degli ufficiali, dove rimase fino all'agosto 1946, venendo promosso ammiraglio di divisione nel febbraio 1945.[1] Nel gennaio 1947 fu collocato a riposo.[1] Fu eletto Senatore della Repubblica Italiana per il Partito Nazionale Monarchico nella seconda legislatura (7 giugno 1953-11 giugno 1958).[3] Fu membro della 4ª Commissione permanente Difesa (12 luglio 1957.11 giugno 1958), della 8ª Commissione permanente Agricoltura e Alimentazione (21 luglio 1953-19 novembre 1956; 25 settembre 1957-11 giugno 1958), della 10ª Commissione permanente Lavoro, emigrazione e previdenza sociale (20 novembre 1956 -24 settembre 1957), della Commissione speciale per l'esame del disegno di legge per l'incremento della produttività (n. 562, membro dal 16 giugno 1954 al 14 agosto 1954), della Consultiva assicurazione obbligatoria malattie artigiani (26 febbraio 1957-11 giugno 1958) e della Commissione parlamentare consultiva per l'esame dello schema delle norme delegate sulla disciplina della circolazione stradale (27 febbraio 1958-11 giugno 1958).[2]

Promosso ammiraglio di squadra a titolo onorifico nel 1970, si spense a Roma l'8 settembre 1985.[1] Aveva sposato Maddalena de Riseis, figlia di Giovanni De Riseis e Maria Antonietta d'Alife Gaetani d'Aragona.

Onorificenze

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel corso di difficile missione di scorta ad importante convoglio diretto in Africa Settentrionale nel corso della quale l'azione offensiva nemica diurna e notturna si prolungava per parecchie ore in numerosi e duri attacchi di aerei bombardieri e aerei siluranti, svolgeva la propria azione di comando in maniera esemplare dimostrando elevate dosi di perizia militare e marinaresca, di sangue freddo e di coraggio, dando così sostanziale al felice risultato della missione. Mediterraneo Centrale, 22-25 gennaio 1942
— Decreto Presidenziale 22 luglio 1948.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di incrociatore in varie missioni particolarmente difficili e delicate in acque insidiate e sotto la sorveglianza del nemico, dava esempio di elevato sentimento del dovere, serenità, noncuranza del pericolo; svolgeva con sicurezza e decisione rischiose operazione e manovre, dimostrando gravi perizie e contribuendo in modo efficacissimo alla perfetta riuscita delle operazioni stesse. Mediterraneo, giugno-settembre 1940
— Regio Decreto 16 marzo 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di incrociatore alla cui preparazione ed efficienza bellica aveva dedicato instancabile opera animatrice la sua attività, effettuava con successo numerose missioni di guerra e scorte a convogli in acque fortemente insidiate dal nemico. Durante uno scontro navale e nel corso di attacchi aerei avversari, con la pronta manovra difensiva e il tempestivo impiego delle armi di bordo, dava prova di sereno ardimento e spirito combattivo, confermando le sue elevate qualità professionali e militari. Mediterraneo, 10 giugno 1940-10 giugno 1941
— Regio Decreto 10 maggio 1943.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di incrociatore, effettuava numerose missioni di guerra e scorte di convogli in acque vigilate dall'avversario. Animato da elevato sentimento del dovere, dimostrava in ogni circostanza sereno coraggio e spirito combattivo. Mediterraneo, 10 giugno 1941-31 marzo 1942 e 15 luglio-13 agosto 1943
— Decreto Presidenziale 29 luglio 1949.
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere

Croce di Ferro di II classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria

Note

Annotazioni

Fonti

Bibliografia

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Angelo Iachino, Tramonto di una grande Marina, Milano, A. Mondadori, 1959, ISBN non esistente.
  • Francesco Mattesini, La Marina e l'8 settembre, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 2002, ISBN non esistente.
  • Arrigo Petacco, La flotta si arrende, in La nostra guerra 1940-1945. L'avventura bellica tra bugie e verità, Milano, A. Mondadori, 1996, ISBN 88-04-41325-5.
  • Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della marina italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1987, ISBN 978-88-04-43392-7.
  • Oddone Talpo, Dalmazia. Una cronaca per la storia 1943-1944, Roma, SME - Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, 1994.
  • Enrico Cernuschi, A colpi di cannone. Il Mediterraneo contro del mondo,luglio 1941-maggio 1945. Tomo II (PDF), Roma, Supplemento Rivista Marittima, 2022.

Voci correlate

Collegamenti esterni