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Inaugurata nel 1907 e chiusa al traffico passeggeri regolare nel 1972; dal 1995 al 2013 è stata in uso come linea turistica nella sola tratta Castione-Cama.
Storia
Costruzione
Sulla scia dell'apertura al traffico della Ferrovia del S. Gottardo, anche dalla Valle Mesolcina si levarono voci a favore di un collegamento con la nuova trasversale europea, a maggior ragione vista l'ottimale collocazione nell'ottica di un collegamento Coira-Bellinzona attraverso il Passo del San Bernardino. Allo scopo vennero allestiti diversi progetti per una ferrovia da Castione-Arbedo a Mesocco; un primo contratto tra la Società Ferrovia elettrica Bellinzona-Mesocco (fondata il 26 luglio 1903 a Lostallo[1], con sede a Mesocco[2]) e la SA già Johann Jakob Rieter di Töss quale impresa generale venne concluso il 13 maggio 1905 (la consegna dell'opera, suddivisa in due lotti, era prevista entro il 1906)[3]. Il primo tronco tra Bellinzona e Lostallo venne aperto all'esercizio il 6 maggio 1907[4] mentre il restante tratto fino a Mesocco venne reso disponibile al traffico il 31 luglio dello stesso anno[4]. Lungo il percorso si trovavano 3 tunnel, 28 ponti - tra cui 3 grossi viadotti sul fiumeMoesa - e 16 stazioni. L'alimentazione elettrica era assicurata da una centrale sita nel comune di Mesocco in località Cebbia; essa turbinava le acque della Moesa che venivano captate presso la chiesa di S. Giacomo[5].
Esercizio
La stazione di Mesocco intorno al 1970; visibili due elettromotrici appartenenti alla dotazione originaria della ferrovia.
Nel 1942 (con effetto retroattivo al 31 dicembre 1941) la linea, al pari delle altre ferrovie a scartamento ridotto grigionesi all'epoca ancora indipendenti, venne assorbita dalla Ferrovia Retica (FR)[6], in modo tale da poter beneficiare degli aiuti federali alle ferrovie private[1]. Già dagli anni trenta, con l'apertura nel 1933 della strada cantonale del San Bernardino agli autoveicoli, la situazione finanziaria della linea mesolcinese iniziò a peggiorare, tanto da richiedere nel 1936 un aiuto (negato) da parte del governo di Berna[7]; come se non bastasse, il prolungamento della ferrovia verso Thusis era peraltro ormai destinato a rimanere sulla carta, a causa dell'orientamento del Consiglio Federale contrario sin dai primi del Novecento ad una linea alternativa a quella del Gottardo[8], anche se nel decreto federale del 2 febbraio 1923[9] l'Assemblea Federale aveva dato il consenso della concessione per la costruzione e l'esercizio ferroviario secondo il Consiglio federale del 19 giugno 1922[10], era anche previsto un prolungamento con la stazione FFS, ma a causa dell'aumento urbanistico di Bellinzona, il progetto non venne mai realizzato[11]. Le nubi vennero almeno in parte spazzate via da una prima perizia nel 1941; questa consigliava il mantenimento e l'ammodernamento (compresa la conversione all'alimentazione a 11 kV 16 2/3 Hz tipica della FR) della ferrovia[12]. La prospettata modernizzazione si rivelò tuttavia consistere in parsimoniosi interventi; in particolare non venne quasi acquistato materiale rotabile di nuova costruzione, preferendo revisionare, tra il 1943 e il 1947, le cinque elettromotrici della dotazione originale[13], costruite nei primi del Novecento da Oerlikon con parte meccanica della praghese Ringhoffer[14], e sostituendo le carrozze con altre che, per la loro vetustà, si rivelarono responsabili di frequenti deragliamenti[15].
Declino e chiusura
Un primo concreto colpo all'esistenza della ferrovia venne dato dalla costruzione della strada nazionale N 13; questa richiese infatti la demolizione del fabbricato viaggiatori di Roveredo, il quale venne sostituito da un prefabbricato posto sul lato opposto della via ferrata[16]. Nonostante alcune perizie a favore della ferrovia[17] e proteste della popolazione locale, il Consiglio federale decise infine di attribuire alle PTT, a decorrere dall'orario estivo 1972, l'esercizio del servizio viaggiatori tra Bellinzona e Mesocco (l'autolinea avrebbe così potuto assicurare anche le coincidenze presso la stazione di Bellinzona delle FFS); sempre con effetto 27 maggio 1972 veniva inoltre soppressa la tratta da Bellinzona a Castione-Arbedo[4]; a partire da quest'ultima località, nella quale era possibile effettuare un interscambio con le FFS, la ferrovia avrebbe continuato ad esercire il solo servizio merci. Nel frattanto, nel 1969, a causa di due incidenti erano andate distrutte tre delle cinque elettromotrici in servizio[18].
Un nubifragio nella notte tra il 7 e l'8 agosto 1978 causò gravi danni alla parte superiore della linea ferroviaria, tanto che l'esercizio tra Cama e Mesocco dovette essere sospeso[4]. Quella parte di linea venne poi soppressa con effetto 9 dicembre 1979[4].
A partire dal 3 giugno 1993 vennero effettuate corse viaggiatori a carattere turistico tra Castione-Arbedo e Cama[4], divenuto regolare dal 1995 grazie all'Associazione Amici della Ferrovia Mesolcinese (AAFM), fondata nel 1985 al fine di ripristinare un servizio passeggeri turistico[19].
La FR decise di cessare il servizio merci a partire dal 13 dicembre 2003[4]; contestualmente a ciò, l'anno successivo, sia la concessione n. 591 per il trasporto di viaggiatori[20] che la concessione n. 5145[21] per la costruzione e l'esercizio dell'infrastruttura ferroviaria vennero trasferite alla Società esercizio ferroviario turistico (SEFT)[22], nuova denominazione, dal 2000, dell'AAFM[19].
Il futuro della ferrovia venne tuttavia di nuovo messo in dubbio a causa di conflitti con delle costruzioni stradali presso Roveredo, tanto che anche i cinque Comuni della valle attraversati dalla ferrovia (San Vittore, Roveredo, Grono, Leggia e Cama) hanno chiesto al Canton Grigioni, il quale ha demandato la questione all'Ufficio federale dei trasporti, una deconcessione anticipata dell'infrastruttura[23], la concessione per il trasporto regolare di viaggiatori essendo già scaduta il 14 dicembre 2013[20]. Il 27 ottobre 2013 si fece l'ultima corsa turistica fra Castione e Cama e cessò il servizio definitivamente[24].