In questo articolo approfondiremo il tema Deadnaming, un aspetto rilevante che ha suscitato interesse in vari ambiti della società. Deadnaming è un argomento che ha suscitato dibattiti e riflessioni in diversi contesti, poiché il suo impatto e la sua influenza si estendono a ogni aspetto della nostra vita quotidiana. In questa direzione analizzeremo i diversi aspetti legati a Deadnaming, dalla sua origine e storia fino alla sua attualità. Inoltre, esploreremo le sue possibili implicazioni e conseguenze, nonché le diverse posizioni e opinioni sull’argomento. Senza dubbio Deadnaming è un argomento che non lascia nessuno indifferente e che merita di essere affrontato in una prospettiva ampia e critica.
Deadnaming indica l'atto di riferirsi ad una persona transgender o non binaria usando il nome e il genere che le apparteneva prima della transizione sociale.[1] Il deadnaming può essere involontario o usato intenzionalmente per deridere, negare o ignorare l'identità di genere di una persona.[2] Le persone vittime di deadnaming si sentono urtate da tale pratica, perché il nome di nascita appartiene al genere opposto a quello percepito e desiderato.
Utilizzare il nome di nascita è spesso sentito come una vera e propria violenza.[3] Il deadnaming può essere un palese attacco o una sottile «microaggressione», ad indicazione del fatto che la vittima non è pienamente riconosciuta come membro di una società.[4] Tuttavia, può essere anche fatto per sbaglio da persone che sono solidali con gli individui trans, come membri della famiglia o amici di lunga data che non sono abituati a usare un nuovo nome.[5]
Christopher Reed, professore di storia e studioso della cultura queer afferma che obiettare al deadnaming «annulla lo sforzo verso l'accettazione di sé e l'integrazione».[6] La discussione riguardante la legittimità del deadnaming ha portato in alcuni casi a vere e proprie dispute all'interno della comunità queer, dove alcuni credono che il deadnaming faccia un danno tangibile mentre altri sostengono che impegnarsi a impedire il deadnaming sia equivalente ai «campi di ri-educazione».[7]
Gli studiosi di genere hanno teorizzato che le persone transgenere insistono a evitare il deadnaming in parte come strategia di autoaffermazione:[8]
La correzione del deadnaming da parte di persone terze è vista come un modo di sostenere le persone trans.[5]
Il tentativo di evitare di subire il deadnaming può talvolta scontrarsi con notevoli ostacoli burocratici e amministrativi. Lo stesso cambio del nome legale costa tempo, soldi e fatica; inoltre, cambiare informazioni come il nome registrato nelle istituzioni o nei documenti può risultare difficile.[4]