Nel mondo di oggi, Calia e simenza è diventato un argomento di interesse generale per molte persone. Che sia per la sua rilevanza storica, politica, scientifica o culturale, Calia e simenza ha catturato l'attenzione di un vasto pubblico. Per comprenderne meglio l'importanza e le implicazioni, è essenziale approfondire l'analisi dettagliata di Calia e simenza. In questo articolo esploreremo i diversi aspetti che rendono Calia e simenza un argomento di interesse, nonché il suo impatto su vari ambiti della società. Attraverso un'analisi esaustiva, cercheremo di far luce sugli aspetti più rilevanti e controversi di Calia e simenza, consentendo al lettore di approfondire la propria comprensione e riflessione su questo argomento.
Calia e simenza | |
---|---|
Origini | |
Luogo d'origine | ![]() |
Regione | Sicilia |
Dettagli | |
Categoria | ortofrutticolo |
Settore | cibo di strada |
Ingredienti principali |
|
La calia e simenza è una preparazione tipica siciliana, composta da ceci e semi di zucca. Viene preparata e consumata, sia in estate che in inverno, in tutta la Sicilia in occasione delle feste patronali (come quella di Sant'Agata a Catania, della Madonna della Lettera a Messina, della Madonna del Lume a Porticello o di Santa Rosalia a Palermo) e altri eventi e celebrazioni di grande rilievo, come feste rionali o processioni religiose.
La càlia si prepara tostando (in siciliano caliannu) dei ceci e poi salandoli. La simènza, invece, si ricava dai semi di zucca secchi, che subiscono la stessa preparazione della calia.
Di solito, la calia e la simenza sono vendute da commercianti ambulanti che le preparano sul posto, venendo consumate poi per strada, ancora tiepide e croccanti[1][2].
Nella provincia di Messina vi è un'antica tradizione legata alla sola preparazione della calia nel comune di Naso, sui monti Nebrodi, realizzata anche con l'ausilio di un macchinario appositamente inventato dai "caliari" nasensi[3].
I ceci abbrustoliti (calia) sono tipici anche della cucina tradizionale calabrese. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali li ha inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali calabresi (PAT).[4]