Nel corso della storia, Avanà è stato un argomento di costante interesse per l'umanità. Dai tempi antichi all'era moderna, Avanà ha catturato l'attenzione e la curiosità di persone di tutte le culture e nazionalità. In questo articolo esploreremo in modo approfondito tutti gli aspetti di Avanà, dalle sue origini alla sua rilevanza oggi. Nelle pagine che seguono scopriremo l'importanza di Avanà in diversi contesti e come ha influenzato il modo in cui percepiamo il mondo che ci circonda. Unisciti a noi in questo viaggio attraverso l'affascinante mondo di Avanà.
Avanà | |
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Dettagli | |
Sinonimi | Avenà, Avenai, Vermaglio(nel Saluzzese) |
Paese di origine | ![]() |
Colore | nera |
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Ampelografia | |
Degustazione | |
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L'Avanà è un vitigno a bacca nera. È raro e viene coltivato in Val di Susa e nel Pinerolese, nella città metropolitana di Torino. In Savoia, dove è stato coltivato fino al XX secolo, veniva chiamato Hibou noir.
Le prime testimonianze sono datate intorno all'anno mille, nel Cartolarium Ulcense dell'abbazia di Oulx, che nel 1088 cita una vigna di Chiomonte e nel 1201 segnala vigne a Raforn, in Val Clarea.[1] Nel 1606 il Croce parla espressamente di un vitigno denominato Avanato.[2]
Il germoglio ha apice verde giallastro, da lanuginoso a cotonoso, con le foglioline apicali spiegate, giallo verdastre con orli appena rosati; foglioline basali di colore verde chiaro giallastro talora appena sfumate di rame, inferiormente lanuginose.
Il tralcio è di colore verde chiaro.
Di media grandezza o medio-grande, cuneiforme od orbicolare, a 5 lobi, di colore verde chiaro; la pagina inferiore ha lembo lanuginoso con tomento a ciuffi.
A maturità è medio-grande e allungato, cilindrico oppure piramidale, alato (spesso un’ala si presenta lungamente peduncolata), normalmente spargolo. Gli acino sono medio-grandi, di forma variabile, più frequentemente sferoidale o ellissoidale; la buccia è spessa, molto pruinosa, di colore irregolare blu nero violetta. La maturazione risulta medio-precoce
Essendo un vitigno ad alta vigoria, può essere soggetto ad acinellatura; la potatura suggerita è lunga per ottenere una buona fruttificazione, anche se permane una frequente alternanza. L’uva è resistente a muffa e marciume, purché ben esposta al sole. I tralci sono spesso molto lignificati.
Le uve di Avanà danno un vino fresco e fruttato, dal profumo caratteristico, leggero di corpo, di breve durata. Il colore, piuttosto scarico, ha inizialmente ottima tonalità, ma tende a degradarsi con rapidità, virando all'arancio. La varietà viene vinificata in purezza o come componente del vino a DOC Valsusa ed utilizzato con percentuale del 30% nell'assemblaggio del Pinerolese Ramié.[3]
A Chiomonte è vinificato in purezza come vino di ghiaccio, con il nome di San Sebastiano. Ha «un colore rosato e sfumature dorate. In esso gli aromi di frutta esotica, si alternano a quelli di albicocca e fichi secchi, esaltati dalla piacevole freschezza e dalla dolcezza spiccata». Si presta quindi a «un fine pasto abbinato a specialità dolciarie ma si svela anche come aperitivo. Viene servito alla temperatura di 8° in calici ampi, per esaltarne le caratteristiche e la gradazione è di 13 gradi».[4].