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In analisi matematica, una misura, talvolta detta misura positiva, è una funzione che assegna un numero reale a taluni sottoinsiemi di un dato insieme per rendere quantitativa la nozione della loro estensione. In particolare, si assegnano lunghezze a segmenti di curva, aree a superfici, volumi a figure tridimensionali e probabilità ad eventi.
La nozione di misura, e quelle ad essa correlate, sono nate a cavallo tra il XIX secolo ed il XX secolo, nell'ambito appunto della formalizzazione della teoria della misura.[1]
Siano e due spazi di misura. Ad ogni funzione definita su e ad ogni si può associare la funzione definita in , e per ogni si può associare la funzione .[3] Per ogni insieme aperto si definisce inoltre:
Se e sono misure sulla stessa sigma-algebra, la misura si dice assolutamente continua rispetto a se per ogni insieme per il quale . Questa situazione viene presentata con la scrittura .[6]
Se esiste inoltre un insieme tale per cui:
per ogni insieme della sigma-algebra, allora tale misura si dice concentrata su . Misure concentrate su insiemi rispettivamente disgiunti sono dette mutuamente singolari. In particolare, se e sono mutuamente singolari si scrive .
Un teorema di particolare importanza nell'ambito della continuità assoluta delle misure afferma che se e sono due misure limitate, allora esiste un'unica coppia di misure positive tali che:
per ogni insieme della sigma-algebra. La decomposizione
è detta decomposizione di Lebesgue di relativamente a , ed è unica.[7] La funzione si dice inoltre derivata di Radon-Nikodym di rispetto .
Il teorema può essere esteso al caso più generale in cui è una misura complessa e è sigma-finita e positiva.[8]
Differenziabilità di una misura
Sia una misura complessa di Borel su . Si consideri una famiglia di insiemi di tale che il diametro di sia inferiore a e tale che esiste una palla contenente la cui misura di Lebesgue sia inferiore alla misura di moltiplicata per una costante finita.
Sia un numero complesso. Si dice che è differenziabile in e si scrive:[9]
Tale espressione è equivalente al limite in cui il diametro dell'insieme si annulla, ossia il limite in cui l'insieme coincide con il punto .
Si definiscono inoltre la derivata superiore:
e la derivata inferiore, ottenuta considerando l'estremo inferiore nella relazione precedente. La misura è differenziabile se le derivate superiore e inferiore coincidono e sono finite, e in tal caso sono uguali a .[10]
Integrale indefinito
Si dimostra che in la misura è differenziabile quasi ovunque rispetto a e che la sua derivata è integrabile secondo Lebesgue. Inoltre, si può definire una misura tale che
dove indica che le misure sono mutuamente singolari. Per ogni insieme di Borel si ha allora:[11]
Come conseguenza di questo fatto, una condizione necessaria e sufficiente alla mutua singolarità è il fatto che quasi ovunque. In generale, due misure sono mutuamente singolari se la derivata di una rispetto all'altra è nulla quasi ovunque.[12]
Se si definisce infine integrale indefinito di l'espressione:[14]
allora la derivata di un integrale indefinito coincide con la funzione integranda, ed inoltre ogni misura che è assolutamente continua rispetto a coincide con l'integrale della sua derivata.
In generale, se , allora
per quasi tutti i punti .
Sigma-finitezza
Uno spazio di misura si dice finito se è un numero reale finito, mentre si dice σ-finito se è l'unione numerabile di insiemi misurabili di misura finita. Un insieme in uno spazio di misura si dice avere misura σ-finita se è una unione numerabile di insiemi di misura finita.
Ad esempio, i numeri reali con la usuale misura di Lebesgue sono σ-finiti ma non finiti. Si considerino gli intervalli chiusi per tutti gli interi: vi è una quantità numerabile di tali intervalli, ciascuno avente misura 1, e la loro unione è l'intera retta reale. Alternativamente, si considerino i numeri reali con la misura di conteggio, che assegna ad ogni insieme finito di numeri reali il numero di punti nell'insieme. Questa misura non è σ-finita, in quanto ogni insieme con misura finita contiene solo un insieme finito di punti e sarebbe necessario una quantità non numerabile di tali insiemi per coprire l'intera retta reale. Gli spazi di misura σ-finita risultano avere alcune proprietà molto apprezzabili, e la σ-finitezza può essere confrontata alla separabilità degli spazi topologici.
Completezza
Una misura si dice completa se ogni sottoinsieme di un insieme di misura nulla è misurabile. Il teorema che sta alla base della definizione afferma che se è uno spazio di misura e l'insieme di tutti gli insiemi per i quali esistano due insiemi e di tali che
allora, definendo , è una σ-algebra e una misura su di essa.[15]
La misura estesa in tal modo si dice completa, e prende il nome di -completamento di . Dal teorema segue che ogni misura può essere completata.
In alcuni ambiti risulta utile disporre di varianti della misura definita in precedenza che possano assumere valori infiniti o non ristretti al campo reale.
Le funzioni su insiemi numerabilmente additive che assumono valori dati da numeri reali sono chiamate misure con segno.
Funzioni su insiemi numerabilmente additive che possono assumere valori complessi si dicono misure complesse.
Le misure finitamente additive sono misure che, invece della additività numerabile, posseggono soltanto la additività finita. Storicamente questa definizione di misura è stata usata per prima, ma non si è rivelata sufficientemente utile. In generale, le misure finitamente additive sono collegate a nozioni come quella dei limiti di Banach, duale dello spazio L∞ e della compattificazione di Stone-Čech.
Per distinguere una usuale misura a valori positivi dalle sue possibili generalizzazioni si utilizza frequentemente il termine misura positiva.
Un importante risultato della geometria integrale, noto come teorema di Hadwiger, stabilisce che lo spazio delle funzioni di insieme non necessariamente non negative, invarianti per traslazione e finitamente additive che sono definite nell'insieme delle unioni finite di insiemi compatti convessi in consiste (a meno di multipli scalari) di una misura che è omogenea di grado per qualsiasi e di combinazioni lineari di tali misure. La specificazione "omogeneo di grado " significa che riscalando di un qualsiasi fattore tutti gli insiemi si moltiplica la misura di insieme per . La misura omogenea di grado è l'ordinario volume -dimensionale, quella omogenea di grado è il volume di superficie, quella omogenea di grado 1 è una funzione chiamata "ampiezza media" mentre la misura omogenea di grado 0 è infine la caratteristica di Eulero.