Oggi Ministero della difesa è un argomento che suscita grande interesse in diversi ambiti. Sia nella società odierna che in ambito professionale, Ministero della difesa ha assunto un ruolo rilevante per il suo impatto sulla nostra vita quotidiana. Dalle sue origini fino alla sua evoluzione odierna, Ministero della difesa è riuscito a catturare l'attenzione di persone di tutte le età e continua a generare dibattiti e discussioni in vari forum. In questo articolo esploreremo i diversi aspetti legati a Ministero della difesa, analizzandone l’importanza, le implicazioni e i possibili sviluppi futuri.
Ministero della difesa | |
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Sigla | MD |
Stato | ![]() |
Tipo | Ministero |
Istituito | |
da |
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Predecessore | |
Ministro | Guido Crosetto |
Sottosegretario | |
Bilancio | 24 miliardi e 583 milioni di euro all'anno |
Sede | Palazzo Baracchini, Roma |
Indirizzo | Via Venti Settembre, 8 |
Sito web | www.difesa.it |
Il Ministero della difesa è un dicastero del governo italiano. È preposto alle forze armate italiane e all'amministrazione civile della difesa quale massima istituzione gerarchica e disciplinare in ambito militare.
L'attuale ministro è Guido Crosetto, in carica dal 22 ottobre 2022.
L'antesignano del Ministero della difesa è il ministero di guerra e marina nel Regno di Sardegna, fino a quando nel 1850 fu diviso nel Ministero della guerra, competente per il Regio Esercito, perdendo le competenze sulla Marina, che divenne Ministero nel 1860.
Con l'unità d'Italia nel 1861, nel governo Cavour IV furono confermati i ministeri della Guerra e della Marina, similmente alle altre compagini governative europee e non solo. Il 30 agosto 1925 il governo Mussolini istituì il terzo dicastero militare: il Ministero dell'aeronautica, completando la creazione dei ministeri che sovrintendevano alle forze armate italiane. Il Ministero dell'aeronautica venne retto quasi ininterrottamente dallo stesso Mussolini dalla creazione alla caduta del fascismo nel 1943, tranne nel periodo dal 1929 al 1933, durante il quale venne guidato da Italo Balbo. Durante la RSI fu creato il Ministero della Difesa nazionale.
Il decreto del Capo provvisorio dello Stato 4 febbraio 1947, n. 17, emanato durante il governo De Gasperi III, stabilì la riunione in un unico Ministero della difesa dei precedenti Ministeri della guerra, della marina militare e dell'aeronautica che, con propri ordinamenti e in modo autonomo, avevano fino ad allora presieduto ai compiti organizzativi della difesa militare dello stato.
I provvedimenti che hanno poi completato l'effettiva unificazione del Ministero della difesa sono stati la Legge 18 dicembre 1962, n. 1862, in materia di "Delega al Governo per il riordinamento del Ministero della Difesa e degli Stati maggiori e per la revisione delle leggi sul reclutamento e della circoscrizione dei tribunali militari territoriali", e la Legge 2 ottobre 1964, n. 1058, in materia di "Rinnovo della delega al Governo per l'emanazione di norme relative al riordinamento del Ministero della difesa e degli Stati maggiori, e delega per il riordinamento delle carriere e delle categorie e per la revisione degli organici del personale civile", con cui tale delega fu rinnovata ed estesa al personale civile per adeguare i ruoli alle esigenze derivanti dall'organizzazione degli uffici dei servizi centrali e periferici, nonché degli stabilimenti e arsenali militari.
Svolge le funzioni preposte alla difesa e alla sicurezza militare dello Stato: in qualità di massima istituzione disciplinare militare amministra la politica militare italiana.
Il ministro ha il compito di sovrintendere al coordinamento della difesa italiana. Egli è incaricato di riferire al parlamento le implicazioni militari d'Italia, la ripartizione di spesa militare, lo stato di attuazione dei programmi difensivi nazionali.
Per l'art. 87 della Costituzione il comandante in capo delle forze armate è il Presidente della Repubblica che presiede anche il Consiglio supremo di difesa, organo de facto consultivo, incarico da considerarsi non puramente onorifico, laddove il ministro della difesa è invece mero componente, mentre l'indirizzo politico sulla difesa spetta al governo. Il ministro propone al Consiglio dei ministri per l'approvazione le nomine dei vertici delle forze armate italiane.
Il ministro della difesa, in relazione ai magistrati militari e al Consiglio della magistratura militare, ha le medesime funzioni del ministro della giustizia in seno al Consiglio superiore della magistratura.
Infine, il ministro è anche "cancelliere" e "tesoriere" dell'Ordine militare d'Italia.
Il Ministero della difesa è stato riorganizzato con il Decreto del presidente della Repubblica 2 agosto 2009, n. 145, relativo al "Regolamento recante riorganizzazione del Ministero della difesa"[1], in uffici di diretta collaborazione del ministro, in 6 reparti e in 9 direzioni generali per l'area tecnico-amministrativa e in Comandi per l'area tecnico-operativa.
Il segretario generale della difesa, da cui dipendono il Segretariato generale della difesa e le 9 direzioni generali, è il vertice amministrativo del Ministero.
Il segretario generale risponde direttamente al ministro della difesa per le competenze amministrative e al capo di stato maggiore della difesa per quelle tecnico-operative. Le responsabilità principali del Segretariato generale della difesa riguardano l'attuazione delle direttive impartite dal ministro in materia di alta amministrazione, il funzionamento dell'area tecnico-amministrativa della difesa, la promozione e il coordinamento della ricerca tecnologica collegata ai materiali d'armamento, l'approvvigionamento dei mezzi, materiali e sistemi d'arma per le forze armate, il supporto all'industria italiana della difesa, e gli offset diretti e indiretti.
La carica venne istituita nel 1965, varie volte modificata nel tempo. Durante gli anni novanta, con la legge n. 25 del 1997, relativa alla "riforma dei vertici della difesa", venne resa più agile, efficiente e adeguata alle nuove esigenze.
Inoltre è anche direttore nazionale degli armamenti, da cui dipende la Direzione nazionale degli armamenti.
È coadiuvato da due vicesegretari generali:
La struttura del Segretariato generale, delle direzioni generali e degli uffici centrali del Ministero della difesa è disciplinata dal decreto ministeriale del 16 gennaio 2013,[2] emanato in attuazione dell'articolo 113, comma 4, del predetto D.P.R.
Sono inoltre nell'organico del ministero le Segreterie dei sottosegretari di Stato.
L'area tecnico-amministrativa è organizzata in 4 direzioni generali e 5 direzioni tecniche:
L'area dipende direttamente dal Segretario generale e Direttore nazionale degli armamenti.
Il Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti è il massimo organismo tecnico-amministrativo della Difesa[3]. Si avvale di due uffici di staff:
La struttura operativo-militare del ministero è così organizzata:
Lo Stato maggiore della difesa dipende direttamente dal ministro, con al vertice il capo di stato maggiore della difesa, il quale ha alle sue dipendenze i capi di Stato maggiore di forza armata e, limitatamente alle attribuzioni tecnico-operative, il Segretario generale della difesa. Il Capo di Stato maggiore è responsabile della pianificazione, della predisposizione e dell'impiego delle forze armate italiane nel loro complesso, e per tali attività dispone di uno stato maggiore e si avvale di un Comando operativo di vertice interforze (COI).
[4]Gli organi consultivi e di supporto del ministro della difesa sono i seguenti:
Il capo di stato maggiore della difesa è nominato con D.P.R., su deliberazione del Consiglio dei ministri, e richiesta del ministro. Deve essere un ufficiale dell'esercito, della marina o dell'aeronautica, col grado di generale di corpo d'armata, ammiraglio di squadra o generale di squadra aerea in servizio permanente. Egli dipende direttamente dal ministro della difesa, di cui è anche l'alto consigliere tecnico-militare e al quale risponde dell'attuazione delle direttive ricevute. Attualmente il capo di stato maggiore della difesa è il generale Luciano Portolano.
Dal CSMD dipendono gerarchicamente i capi di Stato maggiore di forza armata, riuniti in comitato dei capi di stato maggiore. Il capo di stato maggiore fa parte, in qualità di membro di diritto, del Consiglio supremo di difesa e in caso di assenza, impedimento o vacanza della carica, è sostituito dal più anziano in carica tra i capi di stato maggiore di forza armata.
Il presidente del CASD[5], Centro alti studi per la difesa, è il responsabile dell'ambito dello studio di livello elevato nel campo delle sicurezza e della difesa, nonché della formazione dei relativi dirigenti. La presidenza si avvale di uno Stato maggiore per il supporto generale e il coordinamento delle attività di interesse comune delle tre componenti autonome: l'Istituto alti studi per la difesa (IASD)[4], l'Istituto superiore di stato maggiore interforze (ISSMI)[6] e il Centro militare di studi strategici (CeMiSS)[7].
Egli dipende direttamente dal Capo di stato maggiore della difesa ed è assistito, per l'esercizio delle sue funzioni, da un consiglio direttivo da lui stesso presieduto, composto dai direttori coadiutori militari e civili dello IASD, dal Direttore dell'ISSMI, dal Direttore del CeMiSS e dal Capo di stato maggiore, con compiti di segretario.
Il consiglio direttivo esamina ed esprime pareri sui programmi di studio dei due istituti di formazione, sulle attività delle sessioni e corsi di studio, sul sistema di valutazione degli ufficiali frequentatori e su tutti gli aspetti organizzativi e funzionali del centro, suscettibili di accrescere il livello di sinergia realizzabile nell'impiego delle risorse umane, materiali e finanziarie disponibili. Dal 12 giugno 2019 il Generale Squadra Aerea Fernando Giancotti è il nuovo Presidente del Centro Alti Studi della Difesa (CASD).
Dal Ministero della difesa dipendono anche i magistrati militari, ovvero le procure militari e i tribunali militari che giudicano gli appartenenti alle forze armate e assimilati, sulla base del Codice penale militare di pace e del Codice penale militare di guerra. Sono inquadrati presso la Direzione generale del personale civile e nei loro confronti il ministro della difesa esercita i compiti di esercizio dell'azione disciplinare, tipici del ministro della giustizia per i magistrati ordinari. Presso il Ministero ha sede il Consiglio della magistratura militare, quale organo di autogoverno con competenze speculari al Consiglio superiore della magistratura per quella ordinaria.
Il ministro della difesa vigila sui seguenti enti:
Il ministero esercita i diritti dell'azionista su:
Elenco dei ministri che hanno retto il dicastero sin dalla sua istituzione come Ministero della difesa, nel 1947 dal governo De Gasperi II.
Elenchi dei ministri che hanno ricoperto i dicasteri militari durante il Regno d'Italia, sin dal governo Cavour:
Controllo di autorità | ISNI (EN) 0000 0004 1760 920X |
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