Oggi, Ministero dell'economia e delle finanze è un problema molto rilevante che colpisce un gran numero di persone in tutto il mondo. Con l'aumento della globalizzazione e dell'interconnessione, Ministero dell'economia e delle finanze è diventato un argomento di interesse generale che non lascia nessuno indifferente. Dal suo impatto sulla società alle conseguenze a livello personale, Ministero dell'economia e delle finanze ha generato un ampio dibattito e ha suscitato l'interesse di esperti e cittadini. In questo articolo esamineremo diversi aspetti di Ministero dell'economia e delle finanze ed esploreremo le sue implicazioni in diversi contesti.
Ministero dell'economia e delle finanze | |
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Palazzo delle Finanze in via Venti Settembre, 97 a Roma | |
Sigla | MEF |
Stato | Italia |
Tipo | Ministero |
Dipartimenti | |
Istituito | 2001 |
da | Governo Berlusconi II |
Predecessore | Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, Ministero delle finanze |
Ministro | Giancarlo Giorgetti |
Sottosegretario | |
Sede | Palazzo delle Finanze, Roma |
Indirizzo | Via Venti Settembre, 97 |
Sito web | www.mef.gov.it |
Il Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) è un dicastero del governo italiano. Ha il compito di controllare le spese pubbliche, le entrate dello Stato, nonché sovraintendere alla politica economica e finanziaria, oltre ai processi e agli adempimenti di politica di bilancio sul bilancio dello Stato.
L'attuale ministro è Giancarlo Giorgetti, in carica dal 22 ottobre 2022.
Già nel 1947 il Governo De Gasperi III provò ad accorpare i preesistenti ministeri del Tesoro e delle Finanze, ma l'esperimento trovò forte opposizione politica per il largo potere concentrato nelle mani del ministro Pietro Campilli, e fu quindi rapidamente abbandonato per oltre cinquant'anni.
Dopo un primo riordino con la Legge 29 ottobre 1991, n. 358, sulla base della delega conferita dalla legge 15 marzo 1997, n. 59 venne emanato il Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 il quale unificò i ministeri economici, segnatamente il ministero delle finanze e il ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, a sua volta costituito nel 1998 dall'accorpamento tra il ministero del tesoro e il ministero del bilancio e della programmazione economica. Durante il governo Berlusconi II venne emanato il regolamento di attuazione con il Decreto del presidente della Repubblica 26 marzo 2001, n. 107, sancendo l'assorbimento nel Ministero dell'economia e delle finanze dei precedenti dicasteri: ovvero il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica ed il Ministero delle finanze.
Nel 2001, appena divenuto operativo, il Ministero dell'economia e delle finanze si articolava in 5 dipartimenti:
I primi quattro dipartimenti erano stati ereditati dal ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, mentre il quinto dipartimento costituiva l'unica struttura dipartimentale del ministero delle finanze. La disciplina organizzativa del dicastero fu poi riformata col d.lgs. 173/2003. A seguito della riorganizzazione operata dal DPR 43/2008, il dicastero venne ad articolarsi in 4 dipartimenti:
La successiva riorganizzazione avvenne con DPR 67/2013.
Il dicastero ha una struttura centrale e territoriale alquanto complessa, frutto dell'accorpamento dei vecchi dicasteri e variamente rivisitata negli ultimi anni.
Secondo la disciplina dettata dal Dpcm 103/2019, così come modificato dal Dpcm 161/2020 e dal Dpcm 125/2023, il Ministero è articolato nei seguenti dipartimenti:
A. Il Dipartimento del tesoro è articolato in 6 direzioni:
B. Il Dipartimento dell'economia è articolato in 3 direzioni:
C. Il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato è articolato in:
C1. Sono qualificati come uffici centrali di livello dirigenziale generale 11 Ispettorati Generali (IG), 2 Servizi e 2 Unità di missione:
C2. Gli uffici centrali del bilancio (UCB) sono istituiti presso ciascun Ministero:
C3. Le ragionerie territoriali dello Stato costituiscono il sistema delle ragionerie.
D. Il Dipartimento delle finanze si articola in 6 direzioni:
E. Il Dipartimento della giustizia tributaria è articolato in una direzione generale e in 2 direzioni centrali:
F. Il Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei servizi si articola in 5 direzioni:
Secondo la disciplina dettata dal DPR 227/2003, sono uffici di diretta collaborazione del ministro:
Infine, sempre nell'ambito del dicastero operano alcuni uffici ad ordinamento particolare:
A livello periferico il Ministero è organizzato in Ragionerie Territoriali dello Stato (RTS), che dipendono organicamente e funzionalmente dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, ed esercitano nei confronti degli organi decentrati e degli uffici periferici delle amministrazioni dello Stato il controllo di regolarità amministrativa e contabile su tutti gli atti dai quali derivino effetti finanziari per il bilancio dello Stato, la vigilanza su enti, uffici e gestioni a carattere locale e le altre competenze necessarie per il funzionamento dei servizi. Sono inoltre presenti nei capoluoghi di provicia o di regione gli Uffici di Segreteria delle Corti di Giustizia Tributaria di Primo e di Secondo Grado, che dipendono dal Dipartimento della giustizia tributaria, e svolgono attività di preparazione dell'udienza e assistenza ai collegi giudicanti e attività amministrative proprie.
Fino al 28 febbraio 2011 esistevano anche le Direzioni territoriali dell'economia e delle finanze, o DTEF, che dipendevano organicamente e funzionalmente dal Dipartimento dell'Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi, ma con DM 23/12/2010 ne è stata stabilita la cessazione delle attività.
Le competenze delle DTEF sono state assorbite in gran parte dalle Ragionerie Territoriali dello Stato, ma non di tutto il personale, poiché una parte è passato all'Agenzia dei Monopoli.
In stretto coordinamento con il Ministro, ma del tutto autonome, sono le agenzie fiscali:
Le Agenzie hanno la propria sede centrale a Roma ed uffici periferici su tutto il territorio nazionale.
Presso il Ministero ha sede il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, organo di autogoverno dei giudici tributari, con compiti simili al Consiglio superiore della magistratura. I giudici tributari operano presso le Corti di giustizia tributaria, hanno lo status di magistrati onorari e sono nominati dal Ministro dell'Economia e delle Finanze su designazione del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria. Il sistema viene superato con la legge 31 agosto 2022, n. 130, con la quale viene istituito il ruolo autonomo e professionale dei giudici tributari, con accesso mediante concorso pubblico per titoli ed esami.[1]
Ai sensi del d.lgs. n. 300/1999, esercita le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di politica economica, politica finanziaria e di bilancio, in relazione alla programmazione degli investimenti pubblici, coordinamento della spesa pubblica e verifica dei suoi andamenti, politiche fiscali e sistema tributario, demanio e patrimonio statale, catasto e dogane, programmazione, coordinamento e verifica degli interventi per lo sviluppo economico, territoriale e settoriale e politiche di coesione. Ha il compito precipuo di organizzare la formazione e gestione del bilancio dello Stato, compresi gli adempimenti di tesoreria e la verifica dei relativi andamenti e flussi di cassa, assicurandone il raccordo operativo con gli adempimenti in materia di copertura del fabbisogno finanziario, nonché alla verifica della quantificazione degli oneri derivanti dai provvedimenti e dalle innovazioni normative ed al monitoraggio della spesa, coordinandone e verificandone gli andamenti e svolgendo i controlli previsti dall'ordinamento.
Cura la programmazione economica e finanziaria, il coordinamento e la verifica degli interventi per lo sviluppo economico territoriale e settoriale e delle politiche di coesione, anche avvalendosi delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con particolare riferimento alle aree depresse, esercitando a tal fine le funzioni attribuite dalla legge in materia di strumenti di programmazione negoziata e di programmazione dell'utilizzo dei fondi strutturali comunitari. In materia finanziaria, cura l'analisi del sistema fiscale e delle scelte inerenti alle entrate tributarie ed erariali in sede nazionale, comunitaria e internazionale, nonché alle attività di coordinamento.[2]
La sua attività va coordinata con le agenzie fiscali, regolate da apposita convenzione, a cui il Ministero, per conto dello Stato, detta gli obiettivi da conseguire, e di cui nomina i vertici, ed inoltre può disporre dell'operato della Guardia di Finanza per il perseguimento di finalità e obiettivi previsti dalla legge, tramite il ministro da cui il corpo dipende direttamente[3].
Svolge inoltre compiti di vigilanza sugli enti, le attività e le funzioni relative ai rapporti con le autorità di vigilanza e controllo previsti dalla legge,[4] ed è componente del Consiglio supremo di difesa.[5]
Le partecipazioni societarie dirette del Ministero sono, in ordine alfabetico:[6][7]
Il MEF vigila sui seguenti Enti:
Controllo di autorità | VIAF (EN) 127736102 · ISNI (EN) 0000 0000 8790 2269 · GND (DE) 16032726-X |
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