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Ministero del commercio internazionale | |
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Stato | Italia |
Tipo | Ministero |
Istituito | 2006 |
da | Governo Prodi II |
Soppresso | 2008 |
da | Governo Berlusconi IV |
Successore | Ministero dello Sviluppo Economico |
Sede | Roma |
Indirizzo | Viale Boston, 25 |
Il Ministero del commercio internazionale era un dicastero del Governo italiano col compito di promuovere l'internazionalizzazione delle imprese italiane e il relativo commercio. Il dicastero viene accorpato nel 2008 dal governo Berlusconi IV nel Ministero dello sviluppo economico.
L'antesignano del Ministero del commercio internazionale è stato il Ministero del commercio con l'estero, istituito per scorporo dal Ministero dell'industria ed il commercio il 9 gennaio 1946 con il Governo De Gasperi I. Con la riforma Bassanini di cui al D. Lgs. n. 300/1999 venne accorpato all'istituendo Ministero delle attività produttive, effettivamente operante dal 2001 col Governo Berlusconi II. Col Governo Prodi II, il 17 maggio 2006[1], viene pertanto istituito il Ministero del commercio internazionale, scorporandolo dal predetto dicastero delle attività produttive. Ritorna, pertanto nella configurazione che aveva quale Ministero del commercio con l'estero. Da notare che durante l'accorpamento presso il dicastero delle attività produttive venne comunque nominato un viceministro del commercio con l'estero. Due anni dopo,[2] a decorrere del Governo Berlusconi IV, il dicastero del Commercio Internazionale viene accorpato al Ministero dello sviluppo economico, nome col quale era stato modificato il predetto Ministero delle attività produttive.
Il dicastero era strutturato in uffici di diretta collaborazione del ministro e uffici propri del ministero. Questa l'ultima organizzazione prima dell'accorpamento del 2008.
Erano uffici di staff del ministro:
Erano uffici propri del Ministero del Commercio Internazionale le seguenti tre Direzioni Generali (DG):
Il Ministero sovraintendeva alle attività di sostegno delle politiche di internazionalizzazione delle imprese, alle attività nelle materie di competenza del CIPE per il coordinazione e l'indirizzo della politiche commerciali estere dell'Italia; era competente per l'elaborazione di strategie circa l'utilizzo dei fondi strutturali per l'internazionalizzazione delle imprese. Inoltre, curava le linee guida delle attività connesse al far conoscere la capacità produttiva e le produzioni nazionali ed a favorire l'internazionalizzazione delle imprese italiane, sia in ambito europeo che internazionale, nonché per la tutela degli interessi economico-commerciali nazionali e l'attuazione delle normative nazionali e comunitarie e di quella scaturite dagli obblighi assunti dall'Italia in campo internazionale.
Il dicastero vigilava sui seguenti enti: