Nel mondo di oggi, Bling-bling è diventato un argomento di crescente interesse per un ampio spettro di persone. La sua rilevanza spazia dalla sfera personale a quella professionale, e tocca diversi ambiti della vita quotidiana. Con l'avanzamento della tecnologia e della globalizzazione, Bling-bling ha acquisito un'importanza ancora maggiore, generando dibattiti, ricerche e sviluppi che hanno trasformato il modo in cui percepiamo e affrontiamo questo argomento. In questo articolo esploreremo diverse prospettive e approcci relativi a Bling-bling, al fine di approfondire la sua rilevanza e le implicazioni nel mondo di oggi.
Con bling-bling (o semplicemente bling), nello slang diffuso dalla cultura hip hop, si intendono l'elaborata gioielleria, gli accessori ornamentali e l'abbigliamento che sono portati, indossati o applicati (ad esempio, su telefoni cellulari o denti) a scopo di ostentazione.[1]
Questo significato è spesso associato ai gusti e ai comportamenti di appartenenti alla classe operaia, agli strati bassi del ceto medio o alle classi affluenti dei nuovi ricchi. Il termine, appartenente al registro informale, indica anche l'atto di indossare questo genere di articoli.[1]
Il termine ha avuto diffusione a seguito della canzone del 1999 Bling Bling di B.G., e nel 2003 è stato riconosciuto dall'Oxford English Dictionary.[2]
Nel cortometraggio Bling: Consequences and Repercussions, girato da Kareem Edouard con voce narrante di Chuck D, il cantante dei Public Enemy, si spiega come i diamanti siano, a volte, cosiddetti diamanti insanguinati, frutto di guerre di rifornimento, povertà, schiavitù e uccisioni in Africa.[3]
Il documentario Bling: A Planet Rock (2007) mette a confronto il mondo appariscente della gioielleria dell'hip-hop commerciale con il ruolo significativo che i diamanti hanno avuto nella decennale Guerra civile in Sierra Leone (1991-2002). Il film segue le vicende di tre celebrità del mondo hip-hop: Raekwon (Wu-Tang Clan), Paul Wall (produttore di Diamond grillz) e Tego Calderón (re del reggaeton) visitano la capitale della Sierra Leone, Freetown, per incontrare la comunità ed indagare sulla devastazione causata dalle miniere di diamanti.